precisazioni sulla GPL, con riguard ala PA era Re: torna ad essere corsi base, Re: [Soci SLIP] Android e Java [Era: corsi base]

loredana llcfree a gmail.com
Mer 16 Gen 2013 18:02:52 CET


On 1/15/13, Alessandro Pasotti <apasotti a gmail.com> wrote:

> Una precisazione per Loredana: la GPL non impone la pubblicazione dei
> sorgenti, impone solo di metterli a disposizione di chi riceve il binario
> sempre che lo richieda .

Lo so.

Il senso è questo: NON si può impedire di mettere a disposizione il
codice sorgente rilasciato con licenza GPL, e questo vale
ricorsivamente, visto che NON si può cambiare la licenza di codice
rilasciato originariamente con licenza GPL.

Se e solo se RENDO PUBBLICO codice originariamente rilasciato con GPL,
modificato o meno, DEVO rilasciarlo con licenza GPL. Un privato (e per
privato si intende anche una compagnia che riceva/acquisti/sviluppi
codice GPL o la PA) finché usa/modifica ma non rende pubblico quel
codice, non è tenuto a fare nulla.

Indi: se sviluppatore e cliente non vogliono pubblicare il codice,
possono non pubblicarlo finché il programma stesso non è reso pubblico
(finché viene esclusivamente usato all'interno dell'organizzazione,
per esempio). Il privato si lega mani e piedi allo sviluppatore,
perché riceve solo codice binario e dipende dallo sviluppatore per
quasiasi modifica, ma non perde mai il suo diritto ad avere il
sorgente, basta che quel diritto lo eserciti.

Vale a dire (per quel che riguarda solo il rapporto contrattuale tra
cliente e sviluppatore):

il privato PUO' pretendere il codice sorgente rilasciato con GPL e lo
sviluppatore NON glielo può negare.

D'altra parte:

NESSUNO, neanche il privato che acquista codice GPL da me, può
pretendere che io NON lo renda pubblico, se così decido.

La GPL dà a me, sviluppatore, il pieno controllo dell'uso del mio
prodotto software. Ma fa lo stesso anche per chi acquista il mio
software: gli dà pieno controllo sull'uso che ne farà, con me o senza
di me. La GPL dà quindi la massima libertà ad entrambi. Invece vincola
a trasmettere quella libertà per i derivati del codice GPL resi
pubblici.

Per inciso, proprio perché io posso decidere cosa ne faccio, diventa
interessante sapere cosa ne faccio. Questo (sapere cosa fa) ci dice
con chi abbiamo a che fare a livello di singolo sviluppatore, ma
diventa una vera arma per il giudizio di chi amministra denaro
pubblico, perché il risparmio per il cittadino nel caso di codice GPL
riutillizzato nella PA è perfettamente quantificabile. E chi nella PA
non sceglie quella strada, deve spiegare perché. Con tanto di vincolo
legislativo. In altre parole, è obbligato a spiegarlo per legge e ne
risponde civilmente e, se il caso, penalmente. Come minimo, ne
risponde sempre politicamente, visto che è denaro pubblico e il
giudizio, basta che vogliano, gli elettori lo possono sempre
esercitare, indipendentemente dalla trafila giudiziaria.

Quindi, riassumendo: la GPL permette la massima libertà contrattuale
possibile ad entrambe le parti, vincolandole solo nel senso di non
appropriarsi di ciò che non è loro, cioè, in parole da osteria,
impedendo solo il furto: codice rilasciato con GPL non può essere
rilasciato con un'altra licenza che limiti quella libertà (che poi son
quattro, le libertà, qui parliamo solo dell'aspetto particolare del
rilascio del codice).

Per tutte le domande del caso sulla GPL (in italiano):
http://www.gnu.org/licenses/gpl-faq.it.html

Loredana




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