[Soci SLIP] Facebook e e-government

Loredana Loconte loredana a cs.bu.edu
Dom 22 Nov 2009 11:34:36 CET


Quanto alla questione di facebook, non so di cosa si tratti perche' non lo
frequento. Posso solo dire che spero non si tratti della politica degenere
in cui anziche' occuparsi dei problemi di tutti e di cercare un buon 
compromesso perche' tutti stiano meglio, ci si azzanna come cani rabbiosi,
ognuno con il suo nemico personale per il proprio interesse personale.

In generale, a me pare un buon esercizio applicare (per analogia) i 
concetti del free software ad altri aspetti della vita quotidiana, per 
esempio a questioni di competenza e al risparmio. Questo ne fa 
immediatamente un argomento culturale e politico (giusta la distinzione 
tra politico, che concerne la polis e percio' tutti, e partitico, che e' 
di una parte soltanto). I soldi che vengono spesi, qualsiasi sia il 
governo, e i risultati che ne derivano, sono decisamente affari nostri. 

Con il solito ritardo decennale, l'Italia arriva ora su temi come la
banda larga ed e-government. E' adesso che si giocano le vere partite
e forse e' gia' tardi per intervenire. Invito tutti quelli interessati a 
farsi un giro sul sito del ministero della pubblica istruzione e 
innovazione, in particolare 

	http://www.innovazione.gov.it/dit/

per rendersi conto di quali siano le iniziative, gli interesse e i 
capitali in gioco nel settore ict. Date un'occhiata ai bandi e vedrete
che richiedono microsoft. Se qualcuno volesse far politica (non partitica)
a favore del free software per i vantaggi che questo implica per i 
cittadini ne avrebbe tutto il diritto, indipendentemente dallo 
schieramento a cui appartiene. E se qualcuno produce applicazioni basate
sul free software ne avrebbe anche un vantaggio economico diretto per se'
e potrebbe contribuire a ridurre i costi per tutti i cittadini. Piu'
pratico di cosi' si muore.

Il vantaggio dei "tecnici" e' che possono capire piu' e meglio di un 
comune cittadino di cosa si stia davvero parlando nel settore di loro
competenza. E, nel caso specifico del free software, questo e' anche 
e soprattutto grazie a chi ha capito per primo il rischio e si e' 
battutto per la liberta' non di avere software gratis o craccato, ma di 
avere tutta l'informazione necessaria per imparare e capire e produrre 
anziche' limitarsi a vendere o a comprare. La Cina si sta svincolando
da Intel e Microsoft, per fare un esempio, proprio per non essere succubi.
Hanno capito benissimo quello che, pensandoci, sappiamo tutti: se devi
comprare da qualcun altro e non sai cosa compri e come produrlo e 
modificarlo, allora quell'altro ti ha nelle sue mani.

Quanto a RMS, a me sembra piu' utile che mai, proprio per i principi
che val la pena di tener a mente nelle azioni quotidiane, come antidoto.
E anche perche' ci ricorda (insieme ad altri) che di mondo non ce n'e' uno 
solo, monolito, e che si puo' continuare a pensare con la propria testa 
sempre: se quello che crediamo giusto non c'e', e lo si vuole davvero, lo 
si puo' creare. Lui lo ha fatto con GNU, e l'esempio vale piu', in 
termini di rispetto, di ogni proclama.

Loredana

On Sun, 22 Nov 2009, Davide Corio wrote:

> Il giorno dom, 22/11/2009 alle 10.28 +0100, Alessandro Pasotti ha
> scritto: 
> > Date le premesse (vere) secondo le quali il nostro modo di vivere ci
> > ha brillantemente portato in meno di un secolo non solo a non
> > risolvere i grandi problemi dell'umanità (a partire dalla fame nel
> > mondo) ma probabilmente a crearne di tali da rischiare l'estinzione
> > del genere umano (vedi il clima) , l'unico comportamento coerente è
> > quello di cercare di praticare stili di vita alternativi e il SW
> > libero è una forma di impegno sociale per la condivisione della
> > conoscenza, per un'economia della condivisione e non della privazione
> > (brevetti & C).
> 
> eh no...il mio discorso era decisamente su un altro livello.
> 
> Ciò che intendo dire è che parlare è facile, ma praticare non lo è.
> 
> Invece di dire "usate hardware libero, non usate flash, non usate le
> schede nvidia" a mio avviso converrebbe impegnare tutte quelle risorse
> (anche economiche se vogliamo) per fare in modo che ci siano
> alternative.
> 
> Se le alternative non sono valide, la gente non le usa, a prescindere
> dalla natura politica dell'alternativa (altrimenti dobbiamo parlare di
> fanatismo).
> 
> OpenOffice conta circa 75 sviluppatori nel code, mi diceva Giuseppe
> Castagno...
> La gente continua ad usare MS Office craccato perchè lo ritiene
> migliore.
> Perchè, invece di parlare di fronte ad informatici "già convinti" non si
> parla di fronte ad Oracle, Novel, IBM, Canonical ed altri, per
> convicerli ad investire risorse nello sviluppo di OOo?
> 
> Per me, i veri paladini del software libero moderno sono coloro che il
> software libero lo supportano oltre che promuoverlo. 
> 
> 


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