[Soci SLIP] modello economico per lo sviluppo di software libero
Lucio Crusca
lucio a sulweb.org
Lun 21 Gen 2008 09:54:40 CET
Alle 08:35, lunedì 21 gennaio 2008, Domenico Odetti ha scritto:
> ho letto il documento.... con media attenzione e noia a palla :)
Grazie per averci provato, mi rendo conto che sia palloso.
> La gratuità attira molti utenti. Ed altro facoltoso utente commissiona
> software.
>
> per ora non vedo altri modelli possibili.... oltre quello proprietario
> (produco software assumendo il rischio di impresa-> vendo software
> facendomi pagare la licenza d'uso).
Infatti, in pratica, questo modello è identico a quello del software
proprietario, solo che il risultato è software libero. Io, software house, mi
assumo il rischio d'impresa e sviluppo un software, poi uso uno stratagemma
(l'ipotetica nuova licenza di cui parlo nel documento, a metà fra il libero e
proprietario) per dare inizialmente il software sviluppato solo gratis (non
libero) e richiedere il pagamento, non della licenza, ma di qualcosa che a
quel punto potrebbe essere visto come i costi di conversione dello stesso in
software libero. Se me lo pagano lo rilascio sotto GPL, se non me lo pagano
non lo rilascio proprio (rischio d'impresa).
>
> Ovviamente le versioni intermedie dei due modelli ci sono e tirano a
> campare....
Sono però piuttosto subottimali e secondo me rendono antipatico agli occhi dei
nuovi arrivati il mondo del software libero, dove trovi tutto gratis e
libero, ma solo se ti accontenti delle versioni base...
>
> Non penso che una soluzione al problema si trovi velocemente
Su questo non ho dubbi, infatti il mio è un tentativo alla ricerca di qualcosa
di nuovo, non una pretesa di passare ad un nuovo modello da oggi a domani. Il
fatto è che se nessuno ci prova, se nessuno indaga le possibilità, mai
nessuno intraprenderà la strada nemmeno lentamente. E se aspettiamo che le
cose cambino per corso naturale, probilmente il risultato non sarà a misura
d'uomo, ma a misura di multinazionale che con i soldi ha indotto il "corso
naturale"...
> .... anche
> perché se uno di noi avesse la formula magica probabilmente starebbe
> insegnando economia .... in qualche università del globo :)
>
Al contrario. La strada dell'insegnamento si intraprende solo per due ragioni:
passione o fallimento nell'applicazione pratica (di cose non inventate da me
ma che mi sono state insegnate a scuola a mia volta). Se io teorizzo un
modello economico che poi, metti caso, funziona, sarei il primo a metterlo in
pratica e l'insegnamento sarebbe limitato a qualche seminario estemporaneo
nell'aula magna delle università. In ogni caso se anche questo modello
dovesse funzionare, prima che mi chiamino ad insegnarlo all'università devo
ovviamente dimostrare con la pratica che funziona. E poi ricevere una laurea
in economia honoris causa.
Lucio.
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