[S.Li.P] inclusioni (era: Re: quesiti su LD&Co)
Lucio Crusca
lucio a sulweb.org
Mer 21 Ott 2020 11:54:10 CEST
Il 20/10/20 18:49, Andrea Primiani via SLiP ha scritto:
> Il 19/10/20 22:40, Lucio Crusca ha scritto:
>> mi piacerebbe fare
>> un incontro su come il linguaggio inclusivo stia influenzando anche
>> l'evoluzione tecnologica ed informatica
>
> Avete gia' visitato il sito https://www.italianoinclusivo.it/ ?
>
Non sapevo esistesse. Mi pare che si basi su un'idea poco praticabile,
ma chissà cosa ci riserva il futuro.
> Per PC in verita' ci sono solo le istruzioni per Win (e te pareva) e mi
> piacerebbe integrare con quelle per Linux ma da solo non ci sono arrivato.
>
> Qualcunǝ m'aiuta?
>
Premi Ctrl + Shift + U. Appare una _u_ sottolineata. Ora digita il
codice Unicode del glifo che vuoi ottenere. Nel caso della ǝ il codice è
01dd, nel caso della з il codice è 0417 (credo, ma non so se sia
veramente la Ze cirillica quella che si intende usare); per gli altri
cerca online, si trovano tutti. Infine premi Invio ed il tutto viene
sostituito dal glifo corrispondente. Funziona con tutta la tabella
Unicode, supponendo che il font che stai utilizzando contenga il glifo
di cui inserisci il codice. Mi pare non funzioni su KDE, ma non sono sicuro.
Detto questo, io penso che il male non sia la pianta di canapa, ma un
particolare uso che si fa della canapa. Allo stesso modo, penso che non
sia la lingua italiana in sé a discriminare, ma l'uso che a volte si fa
della lingua italiana. In italiano esiste la categoria grammaticale del
genere, che può essere maschile o femminile, ma la stessa cosa esiste
nella maggior parte delle lingue mondiali, molte delle quali hanno anche
altri generi (tipo il neutro del latino o le decide di generi delle
lingue bantu).
In grammatica i generi esistono perché sono utili per capirsi. Pensare
di rimuoverli significa impoverire la lingua, toglierle potenziale
comunicativo ed in ultimo renderla più complicata e meno comprensibile,
perché è una lingua nata con i generi e quindi possiede tutta una serie
di regole, che i nativi di quella lingua hanno interiorizzato
imparandola da piccoli, che dipendono dal genere.
In inglese, per esempio, a parte poche parole (he, she, it, Mr, Miss,
...), non esiste il genere. In inglese è quindi relativamente meno
invasivo togliere il genere (ma anche lì i problemi che si creano non
sono pochi). In italiano invece è una tragedia in tre atti dove alla
fine muoiono tutti e nessuno ci guadagna nulla, perché gli omofobi da
una parte ignoreranno completamente questa proposta e dall'altra
continueranno ad esistere anche se questa proposta dovesse diventare la
nuova lingua italiana.
Ritengo che il il linguaggio inclusivo sia utile solo in ambiti molto
specifici, come documenti ufficiali, bandi, ed altri scritti dove deve
essere oltremodo esplicito che non si sta discriminando nessuno, mentre
negli scritti quotidiani ad uso popolare è superfluo, fino a prova
contraria. Anzi, sembra quasi una excusatio non petita, che quindi
rischia di trasformarsi in una accusatio manifesta, oltre a rendere
illeggibili molte parole.
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