[S.Li.P] Storie horror: le CPU Intel

Lucio lucio a sulweb.org
Dom 14 Giu 2020 12:05:47 CEST


Il 14/06/20 09:16, Miriam via SLiP ha scritto:
> Diciamo che il mio era un ragionamento lato utente. Su un server dò per 
> scontato che se esiste una patch la si installa anche a costo di 
> penalizzare le prestazioni. La sfruttabilità reale secondo me resta 
> dubbia, ma non è il mio campo per cui mi fido del tuo giudizio.
> 

La sfruttabilità lato server è assolutamente concreta e preoccupante. 
Ovviamente sul server queste patch si installano costi quel che costi. 
Sul desktop la sfruttabilità è teoricamente la stessa, ma in pratica per 
qualsiasi blackhat bucare un desktop Linux è troppo faticoso in rapporto 
al beneficio (perché ce ne sono pochi).

> Fuori di dubbio. Ma parliamo di un mercato con due sole alternative 
> (semplificando) e nel quale non ci sono evidenze che una sia più 
> trasparente dell'altra.
>

Per ora c'è un'evidenza che Intel non sia sufficientemente trasparente 
per gli standard di mercato usati da tutto il resto della concorrenza. 
Se poi si scoprirà che anche la concorrenza è come Intel, si deciderà 
come muoversi. Per adesso l'embargo su questo tipo di informazioni dura 
idealmente al massimo 90 giorni e comunque anche nei casi peggiori (tipo 
Microsoft per intendersi) entro 180 giorni tutti pubblicano le 
informazioni e/o le patch. I 21 mesi di Intel non possono essere una 
svista o un errore involontario. Sono una manovra per insabbiare più a 
lungo possibile una situazione che 18 mesi fa avrebbe inciso sulle 
vendite molto più di oggi.

> sono certi giudizi tranchant per cui se A ha un benchmark di 102 e B di 
> 97, il primo è un prodotto eccezionale ed il secondo fallimentare...
>

Assolutamente d'accordo.

> Non credo, visto che i FreeDOS te li tirano dietro... Il problema nasce 
> quando cerchi Linux preinstallato e trovi (quasi) solo prodotti di 
> fascia medio-alta o alta. Segno che quello è ciò che gli utenti chiedono 
> evidentemente.

Sì, in questo senso sì, perché come dicevo la maggior parte degli utenti 
Linux (probabilmente più del 90%) è un professionista del settore, 
quindi è a loro che si rivolgono i produttori. Io, anche se ce ne 
fossero, non comprerei mai dei notebook da meno di 1000 euro, perché per 
lavorarci non hanno le caratteristiche che mi servono, che però non sono 
la CPU veloce, ma l'espandibilità, i materiali durevoli, la batteria, il 
monitor di qualità, la tastiera comoda, il trackpoint, l'assistenza on 
site, ecc... anche mettendoci una mediocre, tutta quella roba viene a 
costare sicuramente più di 1000 euro a me acquirente finale e comunque 
la comprerei indipendentemente dalla CPU. Non è la voglia di gigahertz 
che spinge i professionisti a volere notebook di qualità, anche perché 
la CPU, per quanto sia veloce, su un notebook sarà sempre troppo lenta 
per qualsiasi carico CPU-bound e quel tipo di computazioni i 
professionisti li fanno su workstation desktop o su server, non sul 
notebook.

FreeDOS te lo tirano dietro, perché il target non sono gli utenti 
FreeDOS (che non esistono), ma gli utenti Linux che sanno come 
installarselo e comunque non possono pretendere da chi glielo ha venduto 
che Linux poi ci funzioni, visto che Linux non è il sistema operativo 
ufficialmente supportato da quel modello. In quel caso possono 
fregarsene del supporto, darti l'hardware più economico che hanno per 
fare la guerra dei prezzi e togliere anche la licenza di Windows dal 
costo finale, tanto sanno che chi lo compra o ci mette Linux o ci mette 
Windows crackato, ma in entrambi i casi non chiederà niente a nessuno.

Se te lo vendono con Linux, devono garantirti che poi funzionerà con 
Linux e per darti questa garanzia i costi, per i produttori, attualmente 
sono più alti che con Windows, quindi anche per quello non trovi modelli 
con Linux a 300 euro. La CPU che ci mettono non ha nulla a che vedere 
con il discorso, perché è forse l'unico componente che, 
indipendentemente da marca e modello, Linux supporta meglio di Windows.

> Come dicevo sopra non abbiamo la controprova. E nessun produttore ha una 
> chiara politica di trasparenza nei suoi processi. Ci viene comunque 
> richiesto di fidarci a scatola chiusa.

In questo senso anche comprando il pane ti fidi a scatola chiusa, ma se 
poi scopri che il panettiere ci mette sabbia invece di farina cambi 
panettiere e non è che al nuovo chiedi di farti vedere come fa il pane 
prima di comprarlo, no? E nemmeno continui a comprare il pane alla 
sabbia solo perché potenzialmente anche gli altri potrebbero fregarti.


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