R: Re: [Soci SLIP] Idea: tavola rotonda per LD - Che fine ha fatto ill SW libero nel mondo iperconnesso degli smartphone?

dottorelle a libero.it dottorelle a libero.it
Lun 21 Set 2015 22:28:54 CEST


Potete togliermi dalla mailing list?

>----Messaggio originale----
>Da: stefano.careglio a gmail.com
>Data: 21/09/2015 15.06
>A: "Lista soci SLIP"<soci a mail.pinerolo.linux.it>
>Ogg: Re: [Soci SLIP] Idea: tavola rotonda per LD - Che fine ha fatto ill	SW 
libero nel mondo iperconnesso degli smartphone?
>
>Inizio rispondendo subito alla domanda centrale della questione: penso
>che Cecilia, la grandissima "troia" che ho allevato per dieci mesi,
>abbia vissuto questo periodo in un modo che poche/i sue/oi
>"colleghe/i" si possono anche solo lontanamente sognare; a parte il
>primo giorno in cui l'ho catturata, un po' bruscamente al lazzo, nel
>bosco dietro casa, dopo una lunga giornata di appostamenti ed
>inseguimenti e l'ultimo in cui avrebbe sicuramente preferito stare da
>un altra parte, il resto della sua esistenza sono stati "buirun"
>ottimi e abbondanti, tanti rovi, lamponi e lumache che adorava e
>perfino i grattini sul lardo, ops sul collo; ci si fa un culo gigante,
>ma quello che rimasto è stato notevole e non ultimo per il fatto che
>adesso se assaggio un qualsiasi salume, so valutare come hanno
>lavorato coloro ai quali ho delegato la sua preparazione e avendo
>vissuto in prima persona la faccenda, ho ben chiaro cosa comporta e
>son finito poi per selezionare, e di parecchio, i contributi animali
>alla mia dieta.
>
>La delega è uno degli argomenti più sviscerati da Ivan Illich che ne
>sottolinea spesso un aspetto fondamentale, e di solito piuttosto
>trascurato: la perdita delle proprie capacità quando lasciamo fare a
>qualcun altro qualcosa che saremmo tranquillamente in grado di fare
>noi stessi e l'analisi diventa ancora più devastante nel considerare
>quel che succede se si delega alle macchine e non alle persone quelle
>attività, praticamente fisiologiche, per cui l'essere umano si è
>evoluto per migliaia di generazioni.
>
>Ma vorrei rispondere a Luca, in particolare sul concetto di
>specializzazione del lavoro come base della civiltà, con un esempio
>preso dalla vita nelle valli tra ottocento e novecento: qua a rorà
>c'erano due elementi, ad una prima valutazione antitetici, ma
>tutt'altro a conoscere bene la cosiddetta "civiltà alpina", la
>presenza in tantissime abitazioni di un forno, anche di grandi
>dimensioni, praticamente ad uso privato/familiare, di cui i meglio
>conservati risalgono proprio al periodo in cui in paese c'era il
>"panatè", personaggio particolarmente celebre da raggiungere valore
>letterario e influenzare anche la toponomastica locale. Insomma
>all'epoca il pane se lo facevano o approfittavano dell'ottimo prodotto
>della panetteria locale? Probabilmente entrambe le cose, perchè
>avevano capito che per le necessità fondamentali della vita, avere un
>solo modo per soddisfarle conduce all'estinzione quando quel modo non
>è più disponibile.
>
>E qui arriviamo al punto in cui oltre le proprie capacità si perde
>l'"alternativa".
>Trovo assurdo che si vada a raccogliere frutta e verdura per paghe
>irrisorie, quando a farlo per se e non per un padrone, si ricaverebbe
>molto di più dal proprio duro lavoro ed i terreni abbandonati poi non
>mancano di certo; non penso che sia l'idiozia la prima causa a rendere
>schiave le persone, quanto il fatto che nella loro testa, per quello
>che fanno, non esistono alternative. Non delegare ad altri il
>soddasficimento delle proprie necessità ti rende libero dal dover
>accettare la schiavitù (che poi serve solo per avere quella misera
>quantità di euri per procurarti quello che hai dovuto trascurare,
>proprio perchè dovevi lavorare); se una generazione intera di precari
>sottopagati capisse che potrebbe vivere altrettanto bene (magari senza
>aifon, ma con un furbofono che costa un decimo e fa le stesse cose),
>lavorando molto meno e riprendendosi in mano la propria vita, senza
>schiavi son convinto che non esisterebbero nemmeno più i padroni...
>Ma se hai delegato ogni aspetto che ti tiene in vita al "sistema" e
>hai quindi perso tutte le possibilita di poterne fare a meno, mai
>cercherai di combatterlo (perchè esserne poi eventualmente escluso,
>comporta il non poter provvedere più a qualsiasi propria necessita) e
>accetterai, per forza e passivo, qualsiasi cosa, proprio perchè non
>avrai più alcuna alternativa.
>
>Sui premi, butto li due candidature, più per far capire meglio cosa mi
>passava per la testa quando ho proposto l'iniziativa, che per
>spingerne la realizzazione di cui non sono poi così effettivamente
>convinto.
>
>Per il premio Neo, l'autrice di questo libro:
>http://www.marcovalerio.it/titolo/9788875473471/
>forse non saprà cosa vuol dire software libero (è un tema che non
>abbiamo affrontato in dettaglio quell'unica volta in cui l'ho
>conosciuta), ma son sicuro che pochissimi sanno cosa stia dietro ai
>materiali dei nostri computer quanto lei, e magari può essere per il
>mal d'africa e non per aver scritto un driver del kernel di linux che
>si riesce a capire il lato oscuro della tecnologia.
>
>Per il premio MacGyver (che poi potrebbe essere il classico coltellino
>svizzero con cui questo eroe sapeva smontare e ricostruire l'universo
>intero) ho trovato proprio stamattina questo articolo:
>http://genova.repubblica.
it/cronaca/2015/09/20/news/ventimiglia_foglio_di_via_per_chi_aiuta_i_migranti-
123270051/
>dove il protagonista paga pegno per aver trovato una dimensione
>"rivoluzionaria" di una tecnologia piuttosto semplice come pannello
>solare e caricabatteria mentre talvolta i "rivoluzionari" che
>rifiutano in toto la tecnologia (e poi magari le usano di nascosto,
>magari proprio le meno etiche, perchè non ne possono fare a meno) si
>precludono parecchie possibilità.
>
>Come sempre poco sintetico, ma quando si toccano argomenti per me di
>primaria importanza, non riesco a trattenermi,
>
>  stefano
>
>
>PS non è poi tanto estraneo il concetto di genere nel ragionamento,
>perchè se i settori con approccio più diretto alla tecnologia sono a
>frequentazione quasi totalmente maschile e la montagna abbandonata lo
>è stata a partire dalla componente femminile che l'abitava; un po' di
>domande assolutamente pertinenti restano sempre in attesa di risposta
>(ed ho poi il dubbio che la violenza di genere sia solo l'aspetto più
>becero di una condizione in cui se non sono le donne ad essercisi
>trovate, per lo meno quando avevano l'opportunita di uscirne, in
>larghissima maggioranza, non l'hanno colta).
>
>_______________________________________________
>Soci mailing list
>Soci a mail.pinerolo.linux.it
>https://liszt.softwareliberopinerolo.org/vecchiamlsoci/





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