[Soci SLIP] tablet android

loredana llcfree a gmail.com
Dom 1 Set 2013 19:21:53 CEST


On Sun, 2013-09-01 at 16:43 +0200, giorgio boiero wrote:
> il mio samsung tab 7 quando è stato acceso per la prima volta mi ha
> chiesto a quale wifi connettersi, quindi mi ha chiesto di inserire id
> utente e password di un profilo google e da li si è avviato,
> ovviamente permettendo a google di farsi gli affari miei. Non
> avrebbero sviluppato android altrimenti!
> 
Ho scoperto che esiste una live cd di android per 386:

  http://www.android-x86.org/

non un granche', ci sono vari problemi, ma almeno mi ha permesso di far
finta di voler inizializzare un dispositivo android e vedere cosa
succede. 

Confermo quello che dici, occorre aver wifi accesa e un account google
di cui bisogna inserire login e password come minimo, altrimenti non
parte neppure la live! La wifi, pero', sulla live e' di fatto la
connessione via cavo.

Nella live c'e la possibilita' di scegliere se usare google o meno per i
backup e altre cose del genere. Spero che il dispositivo vero lasci
scegliere, come la live. Ma sara' una vera scelta? O poi fa comunque
quello che vuole?

Il vantaggio della live e' che si puo' aprire un terminale su questo
pseudo-android e dare un'occhiata in giro. Android non usa il file
system standard di GNU/linux, ma non e' difficile capire dove mette le
cose e orientarsi. Solo una rottura in piu', che conferma quel che sono.
Altro che stare a disquisire se android e' libero o no! Basta guardarci.

Ho visto un pericoloso "telnet" e un pericolosissimo "ftp". Per il
resto, linux ridotto all'osso, e ognuno decidera' cosa mettere e cosa
no, visto che usa busybox che si puo' configurare per includere od
escludere comandi a piacere.

Non ho ancora capito se la live permette di installare le applicazioni e
quali. In ogni caso, anche qui, ognuno si fara' le sue, di applicazioni,
che dipendono dalle librerie per l'hardware specifico (cosi' mi racconta
la live). Addio generalita', in cui emacs e' emacs per tutti, windows e
mac inclusi, da linea di comando, da gnome, kde, etc etc, stesso dicasi
per i 40000 pacchetti debian etc. 

> Devi craccare il tablet per attivare l'utente root e accedere al
> sistema come se fosse un linux e installare una shell e un ssh-server
> per amministrarlo da remoto su un pc.

Orribile... comunque, il mio arriva con root dalla fabbrica, cosi'
dicono. Non lo avrei neppure preso in considerazione, se non fosse
cosi', visto che intendo usarlo proprio per capire come funziona, almeno
fin dove mi lasciano.

> Non avendo una tastiera e un mouse di suo non è comodo da gestire come
> un PC linux. 

Mi sono comprata una tastiera usb. Non l'avrei preso se non avesse avuto
una porta usb, ora spero solo che sia davvero una usb standard, a cui si
possono attaccare tastiere, mouse etc e che abbia tutti i driver di
base.

> Diversamente è un elettrodomestico ( Steve quando ha inventato l'ipad
> aveva in testa un oggetto semplice ed intuitivo per non informatici),
> non un oggetto da smanettoni come il PC.

Vero che al giorno d'oggi anche un elettrodomestico puo' mandare in giro
gli affari tuoi, ma in modo limitato, direi. Magari fosse sicuro come un
elettrodomestico!

> il mio tablet non è rootato ne moddato.

Il mio si', di fabbrica (cosi' dicono, finche' non ce l'ho in mano,
parlo solo per sentito dire o letto da qualche parte). Rootato, moddato
non so ancora cosa voglia dire.

> Community italiana su Android:
> http://www.androidiani.com/

Grazie, ci guardo. Scommetto che su questi dispositivi gli italiani
sono, per una volta, all'avanguardia. Quando si tratta di craccare, non
li batte nessuno :) Uno dei vantaggi del software libero e' quello di
attraversare la vita indenne, senza aver bisogno di craccare niente (e
con tutti i rischi che craccare comporta non e' cosa da poco, chi cracca
si puo' tranquillamente aspettare di essere craccato o la guardia di
finanza in casa, prima o poi). 

In ogni caso, con un qualsiasi oggetto in rete, l'atteggiamento giusto,
che si cracchi o meno, e' quello di sentirsi osservati (e di osservare)
e comportarsi di conseguenza. Non c'e' modo di tener fuori gli altri, se
ci si mettono, ma la cosa e' reciproca, non c'e' modo per gli altri di
entrare con la garanzia assoluta che dall'altra parte non ci sia
qualcuno che li osserva, magari non la vittima, qualcun altro che non si
sa chi sia. Tenere a mente.

Ci vediamo sabato a Pinerolo.

Loredana




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