[Soci SLIP] chi usa gmail non ha diritto alla privacy

Enrico Agliotti enrico.agliotti a gmail.com
Gio 15 Ago 2013 14:41:32 CEST


Google: “Chi usa Gmail non può pretendere il rispetto della privacy”

L'affermazione viene dai legali di Mountain View ed è contenuta in una
memoria in risposta a una class action. Del resto, aggiungono, è come
"chi invia una lettera a un collega: non può sorprendersi che
l’assistente del destinatario apra la missiva"

Se mandate un messaggio di posta elettronica via Gmail sappiate che
non c’è alcuna garanzia di riservatezza. Perché “una persona non ha
alcuna aspettativa legittima di privacy sulle informazione che
volontariamente affida a terze parti”. I circa 400 milioni di utenti
in tutto il mondo che usano il servizio email, insomma, non possono
pretendere la protezione dei loro dati. L’affermazione viene dai
legali della stessa Mountain View ed è contenuta in una memoria
depositata presso una corte federale Usa, in risposta a una class
action, e pubblicata sul sito web di Consumer Watchdog.

Il testo trapelato sta scatenando in rete un nuovo dibattito sul tema
della riservatezza, proprio a ridosso dello scandalo del datagate e
delle rivelazioni di Snowden. Si tratta di un documento depositato lo
scorso mese da Google in risposta a una causa collettiva – l’udienza è
fissata al 5 settembre prossimo presso la corte californiana di San
Jose – che accusa il colosso web di violare la legge sulle
intercettazioni quando ‘scansiona’ le e-mail degli utenti per fornire
loro pubblicità personalizzata. Nella memoria dei legali di Google si
legge che coloro che decidono di “girare le proprie informazioni a
terze parti”, come i servizi online di posta elettronica, non
dovrebbero aspettarsi che tali informazioni rimangano private.

“Così come chi invia una lettera a un collega non può sorprendersi che
l’assistente del destinatario apra la missiva – si legge – così chi
usa servizi web di posta elettronica non può stupirsi se le proprie
comunicazioni sono processate dal fornitore del servizio durante la
consegna”. Google aggiunge che limitare il campo d’azione del
fornitore del servizio di posta elettronica sulle e-mail vorrebbe dire
anche “criminalizzare” funzioni come i filtri allo spam, la posta
‘spazzatura’ o indesiderata, o la possibilità per l’utente di
effettuare ricerche fra i messaggi inviati e ricevuti.

La memoria legale di Mountain View spiega inoltre che Google
‘scansiona’ sì le mail, ma con processi automatizzati, senza alcun
occhio umano. In più la difesa cita i termini d’uso e la policy sulla
privacy che gli utenti di Gmail sottoscrivono e nei quali si delineano
i processi di scansione della posta elettronica. Non è la prima volta
che Google finisce ‘nei guaì per questioni riguardanti la privacy. Nel
2011 l’azienda ha raggiunto un accordo con la Federal Trade Commission
dopo essere stata accusata di aver adottato pratiche “ingannevoli”
sulla privacy durante il lancio di Buzz nel 2010 (servizio di social
network stile Facebook poi confluito nell’attuale Google+). Google è
anche fra le compagnie citate nello scandalo del datagate per aver
dato presunto “accesso diretto ai suoi sistemi” e ai dati degli utenti
alla Nsa, l’agenzia per la sicurezza nazionale americana.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/14/google-chi-usa-gmail-non-puo-pretendere-rispetto-della-privacy/684885/

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