ubuntu e le licenze, era e: [Soci SLIP] [OT] Microsoft acquisisce Skype

loredana llcfree a gmail.com
Mer 11 Maggio 2011 15:37:05 CEST


On Wed, 2011-05-11 at 12:03 +0200, Alex Palesandro wrote:


>         (o canonical quello di ubuntu? chi vivra' vedra')
> 
> 
> Essendo software GPL si farà un fork pure di quello.

Ubuntu non e' GPL. Ubuntu e' una delle tantissime distribuzioni
GNU/linux. Tantomeno e' un "sistema operativo", come ogni tanto si legge
e si sente dire. Le distribuzioni prendono codice scritto da altri, lo
impacchettano, configuramo e distribuiscono. Fanno un lavoro molto utile
perche' risolvono a monte i problemi di configurazione, dipendenze etc,
che altrimenti andrebbero gestiti da ognuno di noi. 

Per far questo Ubuntu, ad esempio, sfrutta il sistema dei pacchetti
sviluppato da Debian (Red Hat ha il suo e anche Suse aveva il suo, se
ben ricordo). IL codice in se' e' rilasciato da chi lo produce ,con
licenze diverse, la GPL e' una ma non l'unica. Alcune di queste licenze
sono GPL compatibili, altre no. 

In ogni caso, una distribuzione contiene generalmente sia codice libero
che codice open, che codice proprietario. Alcune evitano quest'ultimo e
anche licenze open non compatibili con GPL, ma sono davvero poche
(gnewsense e', a mio parere, la migliore, ma molti driver e molto
firmware e' proprietario, limitando l'uso di queste distribuzioni ad
hardware scelto consapevolmente). Debian distingue chiaramente tra free
(nel senso di libero, nel senso di GPL) e non-free. Ubuntu no. Di
distribuzioni ce ne sono un numero infinito e continuano a venirne fuori
di "nuove", soprattutto adesso che ci sono pacchetti per creare una
distribuzione live in modo semplice e veloce. Tutte, proprio tutte,
includono il codice sviluppato dalla comunita' del software libero.

Scrivo queste cose perche' forse non e' chiaro a tutti. La discriminante
fondamentale tra GPL-like e altre licenze (e tra il software libero e
l'open source) e' cosa uno possa fare del codice se lo sviluppa
ulteriormente/modifica/ridistribuisce: la GPL dice che deve essere
rilasciato come GPL, cioe' non puo' finire nelle tasche di qualcuno che
ci mette su' un fiocchetto e lo sottrae alla comunita'; per le altre
licenze dipende dalla licenza, ma in genere non hanno questa clausola
protettiva, quella che, appunto, impedisce di rubare il lavoro di una
comunita' intera, obbligando tutti a restituire negli stessi termini
alla comunita' quello che dalla comunita' di sviluppatori si prende. 

E' questo che rende GPL cosi' ostica da accettare. C'e' chi la vuole
"liberare" per fare in modo che la Novell di turno, o Microsoft o
chissa' chi possa far man bassa. Ma quelli mica son fessi, sanno
esattamente quel che si fanno. Percio' con la GPL si puo' andar
tranquilli. Fra l'altro, nulla, proprio nulla, c'entra il "gratis".
Quando ero a Cambridge, avevamo cercato di assumere due sviluppatori di
free software, giusto per sentirci dire che lavoravano, all'epoca (prima
del 2000) per 95.000 dollari all'anno (per Red Hat). 

> Non vedo davvero i problemi che tu dici. Un'azienda paga lo sviluppo
> del software con licenza aperta ( GPL o Apache) con proprie pecunie e
> pretendi che lo facciano contro il loro interesse?

Guarda che ti sbagli di grosso. Vedi sopra. Vedi sotto.
Comunque, figurati se pretendo che qualcuno faccia qualcosa contro il 
proprio interesse :) Solleciterei piuttosto tutti a capire un po' meglio
questi interessi, giusto per vedere se coincidono con i propri. GPL non
ha niente a che vedere con "gratis", tra l'altro. Piu' facile che ti
facciano telefonare gratis fino alla noia e poi di colpo zac, ti tolgano
il giochino dalle mani o ti ritrovi con la carta di credito bucata.
Fra l'altro, skype viene distribuito con Ubuntu? 

Gli interessi del movimento del software libero sono chiarissimi e
dichiarati. Sono gli stessi che io condivido, perche' e' certamente 
per me che stanno facendo quel che fanno. Non ho niente contro la
Canonical di turno, ma davvero non me la sento di dire che fa i miei
interessi. Tutto qui, molto semplice da capire.

Io rimango dell'idea che prendere software dalla comunita' non sia un
bel gesto. Per questo e perche' mi piace capire quel che succede mi
interessa la storia. C'e' chi "approfitta", chi invece prende e da'.
Siccome l'evoluzione tecnologica e' rapidissima, basta aver memoria e
far due+due. Poi si comincia a riconoscere lo stesso pattern che si
ripete, con qualche variazione...

Loredana





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