[Soci SLIP] OT: crimini informatici (era: SOLI a Villar - cronaca di una morte annunciata?)

Enrico Agliotti enrico.agliotti a gmail.com
Sab 9 Gen 2010 02:02:31 CET


Uff...

Il 08 gennaio 2010 21.08, Lucio Crusca <lucio a sulweb.org> ha scritto:
> La lingua non è altro che un mezzo per comunicare e si evolve assieme alle
> cose che serve comunicare. La "propria" lingua è quella che permette di
> capirsi e se qualche parola inglese aiuta a dire brevemente ciò che in
> italiano richiede un periodo, allora questa parola di origine inglese entra a
> far parte della "propria" lingua. Non c'è ragione di tenere una lingua ferma
> nel suo stato attuale, men che mai l'amore per essa.

Ma chi vuole tenerla allo stato attuale?
Poi qui non vale. Mi stai cambiando con troppa facilità l'oggetto del discorso.
Stiamo parlando di termini inglesi entrati nell'uso comune, di termini
tecnici, di sostituzione di parole italiane con quelle inglesi, di
traduzioni in italiano sbagliate, di costruzioni inglesi pronunciate
con parole italiane (che suonano anche un po' ridicole) o cos'altro
ancora?
Io avevo iniziato il discorso parlando dell'ultimo punto e tu mi hai
allargato a tutto l'universo.

Riassumendo io sostengo che l'uso di termini inglesi laddove non è
necessario o laddove esiste una altrettanto chiara parola in italiano
è solo un vezzo stupido(*) che non fa altro che sottolineare la nostra
sudditanza economica e culturale.

(*) per usare un inglesismo, lo definirei: da tamarro

Inoltre noi informatici che, volenti o nolenti, siamo abituati e
obbligati ad usare tecnicismi inglesi, dobbiamo stare particolarmente
attenti perché corriamo il forte rischio di creare involontariamente
un'ulteriore barriera linguistica.

Tutto qui. Non voglio ne fare crociate ne accanirmi contro alcunché.

Segue qualche commento dispettoso qua e la...

>> Come dice qualcuno: se si parla male, si pensa male.
> E chi ha deciso che mettere parole di origine straniera sia parlar male?
> "talk" è una parola che va bene anche per le nostre mini presentazioni al
> Veloce, mentre la parola "conferenza" proprio non si addice a quel tipo di
> cose, è troppo altisonante. La vita è troppo corta per dire ogni volta "mini
> conferenza" o "mini presentazione" o "intervento divulgativo"...

non userò mai talk, comunque va bene qui nella ml, mai in un volantino del LD


>> Non sono affatto sicuro che le persone capiscano i termini inglesi,
>> anzi penso il contrario.
> Se non capiscono possono chiedere, così poi sapranno una cosa in più.

giusto, dovrebbero chiedere al vicino anche come funziona linux, che
vogliono da noi?


[...]
> Gusti. Trovo che "non è un'opzione" sia un bel modo di descrivere la
> situazione che prendo in prestito volentieri. Mi piace di più di "non è
> pensabile".

lo trovo orribile.
ma lo stile non si insegna :-)


>> E poi guarda che quasi solo noi caliamo le braghe così facilmente.
>> In Spagna, Francia o Germania ad esempio traducono tutto.
> In Francia lo fanno per nazionalismo sfegatato, quindi non lo prenderei ad
> esempio da seguire...
> In Spagna lo fanno perché fino a pochi anni fa avevano un livello culturale
> inferiore al nostro, che è già dire.

ti assicuro che abbiamo moooolto da imparare dalla spagna

> quel "la" andava scritto con l'accento... :D

è vero: non so mai quando in qui, qua, li, la, ne, ci va l'accento e quando no.
qualcuno me lo insegna?


-- 
Enrico Agliotti
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