[Soci SLIP] OT: crimini informatici (era: SOLI a Villar - cronaca di una morte annunciata?)

Enrico Agliotti enrico.agliotti a gmail.com
Ven 8 Gen 2010 20:15:35 CET


Ho cambiato oggetto per non tediare chi non è interessato all'argomento.

Il 08 gennaio 2010 19.17, Lucio Crusca <lucio a sulweb.org> ha scritto:
> Scusa ma non resisto nemmeno io: per quanto ci possa dare fastidio, l'inglese
> da diversi anni sta entrando a far parte anche del linguaggio parlato. I non
> tecnici non sono necessariamente stupidi, quelle tre parole in inglese sui
> giornali le leggono pure loro e fare una crociata contro i le parole inglesi
> nei discorsi in italiano anche quando queste semplificano la vita (penso a
> "talk") è controproducente,

Non sono daccordo.
É una questione di stile, di senso del bello e di amore per la propria
di lingua (e anche per le lingue degli altri).

Come dice qualcuno: se si parla male, si pensa male.

Non sono affatto sicuro che le persone capiscano i termini inglesi,
anzi penso il contrario.
E non capire i termini inglesi non significa essere stupidi.
E usare talk al posto di conferenza mi sembra una complicazione e non
una semplificazione.
E il tuo ragionamento assomiglia a quello di chi dice che a scuola c'è
windows e ormai dobbiamo accettarlo.

> così come chiedere di non usare modi di dire
> tratti dall'inglese tipo "non è un'opzione": credo che tutti riescano a
> capirne il significato anche senza sapere l'inglese, soprattutto considerando
> il contesto in cui è stato scritto.

Torno a ripetere: non credo proprio che tutti riescano a capire.
Questa è oltretutto una cosa molto strana: non un termine inglese ma
termini italiani usati in maniera sconnessa.
E anche in questo caso credo che "non è pensabile" sia più semplice di
"non è un'opzione".

Comunque, certo, qui nella mailing list, nel discorso di Loredana,
scritto di getto, quasi parlato, è più che accettabile, infatti la mia
era una mezza battuta e ho chieso scusa.
A volte anche io per scherzo uso l'taliano in maniera sbagliata.

Il rischio però è di abituarsi e di usarlo anche in contesti dove si
rischia di non farsi capire.


> Avanti di questo passo finiremo per parlare di nocciolo invece che di kernel,
> di archivio invece che di file e rete interconnessa invece che di internet.
> Così ci capiremo più solo fra di noi e potremo fondare una nuova emanazione
> dell'accademia della crusca...

Perché no?
Comunque posso accettare l'uso di termini tecnici inglesi in un
contesto tecnico. In questo caso potrebbe addirittura essere un
vantaggio in quanto questi risulteranno immediatamente tali.
Però vanno usati solo in ambito intradisciplinare, cioè tra persone
che condividono il gergo tecnico.

E poi guarda che quasi solo noi caliamo le braghe così facilmente.
In Spagna, Francia o Germania ad esempio traducono tutto.
Salvo poi essere una nazione con un livello di conoscenza di lingue
straniere tra i più bassi d'europa (evidentemente ci limitiamo a usare
"talk" ma non andiamo più in la).


-- 
Enrico Agliotti
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