[Soci SLIP] lo sapevate che
Iron Bishop
ironbishop a fsfe.org
Mer 17 Feb 2010 20:24:31 CET
Per un gruppo di persone che sostiene di supportare il
software libero, contrapporsi alla pirateria (del software
come delle opere d'arte) dovrebbe essere un comportamento
ovvio e naturale. Contrapporsi alla pirateria significa ad
esempio promuovere Jamendo invece che TPB/xdcc.
Bella roba, dirai: su Jamendo la qualità è molto spesso
inferiore (arrivando, a seconda dei gusti, al "quasi
sempre"). Lo confermo. Ma visto che non sei un bambino, si
dice dovresti conoscere quella cosa chiamata "mercato".
Gira voce che quando il prezzo di un bene è giudicato
troppo alto, per far scendere il prezzo il consumatore
dovrebbe smettere di chiederlo. Rubare invece peggiora la
situazione su due fronti: la domanda non scende e il
venditore ha una scusa in più per alzare il prezzo. Infatti
fin dai primi vagiti del P2P (se li ricordo io, li ricordi
sicuramente anche tu) la prima cosa che i venditori hanno
fatto è stata quantificarne l'entità. Sarebbe assurdo,
pazzo addirittura, pensare oggi che ogni cosa che scarichi
illegalmente non sia immediatamente considerato incluso
nella "domanda", agli occhi del venditore.
Non c'è dubbio che il venditore in questione sia fetente:
- gonfia i prezzi
- falsifica le classifiche
- pilota radio e tv
- mente spudoratamente, piangendo perdite immani quando invece guadagna
- fa lobby per ottenere soldi dai supporti di memoria vuoti
- ...ci riesce!!!!
eccetera eccetera eccetera. Ma nessuno di questi motivi
giustifica il furto o frasi idiote come "se vai sul sito
tale ci trovi un sacco di cose rubate e rubabili, io ci
vado, ognuno si faccia i suoi conti". Tutti i venditori si
comportano nello stesso modo. Google vuole mangiarsi la
libertà del software, così come volevano fare IBM e
Microsoft. "Va bene la libertà... finché è mia!" Il cloud
computing può diventare la morte della libertà del software
in pochi anni e Google punta a portare connessioni gigabit
in ogni casa per affrettare i tempi. I certificati Symbian
e il TPM sono esperimenti andati a buon fine. Come mai?
Perché in 25 anni la gente ha fatto sapere chiaramente che
della libertà del software non importa niente a nessuno...
oh, beh, importa all'1% :)
Puoi acquistare supporti di memoria all'estero, snobbare le
classifiche, evitare di acquistare/affittare supporti
audiovisivi, puoi fare tante altre cose. Ma rubare è
assurdo. Usare Tor per arrivare al tracker è accettabile,
in fondo ci trovi anche distribuzioni GNU/Linux, ma farci
passare tutto il traffico P2P è da stronzi.
Una voce nell'aria confabula briluccicanti brevi balbuzie
bifronte; parla della domanda e dell'offerta. Sostiene che
vista l'enorme domanda di gioco d'azzardo online, lo Stato
ha usato i filtri creati per essere anti-pedo-porno (se non
ottima, almeno decente come idea) per sputare fuori dal
mercato tutti i concorrenti (pessima idea e comportamento),
per poter rimanere l'unico biscazziere sulla piazza.
Similmente, in tutto il mondo i distributori (non gli
autori!) di opere artistiche spingono per dare agli ISP
(intermediari) la colpa di ciò che fanno gli utenti
(colpevoli)... perché hanno notato, guarda un po', che dare
la colpa agli utenti li induce a non comprare... ma che
strano!
Tutti i venditori sono fetenti! Fa parte del gioco-mercato.
Se da consumatore vuoi guidare il mercato, dirigi al meglio
la tua domanda.
Dal punto di vista del controllo dell'informazione,
effettivamente i filtri anti-pirateria e anti-gioco-
d'azzardo sembrano pericolosi. Se guardi l'Italia nel suo
complesso però, vedrai che allo Stato non serve controllare
l'informazione più di quanto già fa! "Questo è il bello
della discussione: se argomenti in modo giusto non hai mai
torto." (cit.) In Cina probabilmente si son fatti due conti
e hanno considerato più economico censurare che discutere,
ma là sono almeno un miliardo... il conto potrebbe essere
economicamente corretto (sebbene sia chiaramente sbagliato
da decine di altri punti di vista). In tutti gli altri
grandi posti, è giudicato solitamente conveniente
discutere... ma a ben guardare anche questo ha i suoi
difetti: si finisce per trovarsi a legittimare l'andare a
troie.
Bittorrent è stato inventato con il preciso scopo di fare
affari con le multinazionali dell'intrattenimento. Le
stesse multinazionali dicevano che le musicassette
avrebbero ucciso l'arte. Poi le videocassette. Poi i CD.
Poi i DVD... cavolo, l'arte non è ancora morta ed esistono
i BlueRay... per non parlare di cosa dicevano i pittori
delle macchine fotografiche :)
Se credi che un luogo virtuale sia diverso da un luogo
fisico, probabilmente non hai capito a cosa serve la Rete.
Se credi che la storia della mezza mela e della mezza idea
si possa adattare alle opere d'arte... è vero: l'opera è
come la mela! Non fa differenza se l'opera è materiale (un
dipinto su tela) o immateriale (una canzone). Quella storia
si può usare contro i brevetti software, ma è assurdo
usarla a favore della pirateria. Forse ti stavi riferendo
alla storiella sullo strumento come essenza non
giudicabile, a differenza dell'uso che dello strumento
viene fatto? Forse sì. Sègnatela: è l'unica che può
difendere l'esistenza della Rete, di Bittorrent e del
coltello, anche se qualcuno li usa per fare del male. Ma
ovviamente non difende il furto. La differenza tra furto e
copia è "divertente", non "giusta". Se la legge non ti
piace, cambiala. E' difficile? Ma no?! L'avrei mai detto.
Può sembrare logico e naturale che i provider siano tenuti
a bloccare materiali su precisa indicazione delle forze
dell'ordine, ma c'è sempre da considerare che la lista
delle cose bloccate è segreta: come fai a sapere che
contiene solo cose illegali? Wikileaks sostiene che tutte
le liste censorie, anche quella usata in Italia, contengono
siti legali "scomodi al governo o alle imprese". La lista
delle cose "bloccate" dovrebbe essere pubblica e
verificabile, tanto sono bloccate! Se non la pubblicano i
motivi sono essenzialmente due: primo, il blocco è
facilmente aggirabile (e quindi che lo metti a fare? sempre
meglio di niente, sostengono); secondo, nelle liste sono
inclusi anche siti che, secondo le regole, non dovrebbero
esserci.
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