[Soci SLIP] Antenne e Wi-Fi
Lucio Crusca
lucio a sulweb.org
Lun 19 Maggio 2008 01:58:59 CEST
Alle 00:40, lunedì 19 maggio 2008, Marcello ha scritto:
> Usando l'auricolare,
> intendo quello con il cavo e non BT,
> hai maggior danno in quanto il
> cavo funge da antenna (almeno così mi è stato detto).
... e usando il BT hai di nuovo un trasmettitore da 2.4 GHz attaccato
all'orecchio... considerando poi che molti dispositivi BT attuali sono di
classe 1 (20dBm) è più o meno come piantarsi nell'orecchio l'antenna del
router...
Cmq condivido l'osservazione di Luca sul fatto che il wifi (ed il BT) hanno
potenze di trasmissione che sono ordini di grandezza inferiori a quelle del
cellulare. Non condivido invece l'osservazione di Sir William comesichiama a
Report che dice che il cellulare basta tenerlo spento: tutti i vari
ripetitori restano accesi comunque.
Penso che sia giusto cercare di evitare tutto quello che potenzialmente fa
male, quindi inclusi anche wifi e bluetooth, ma bilanciando la fatica fatta
per evitarli con il potenziale beneficio. Il problema, in numeri semplici ed
in termini di potenza di trasmissione, è il seguente:
un notebook trasmette tipicamente a 15dBm ovvero 32mW, frequenza
2.4GHz. Per quanto ne sappiamo oggi (scientificamente parlando), questo
non fa nulla alle nostre cellule.
un router equivale a circa 3 notebook
un cellulare medio equilave a circa cinque router (e lo teniamo attaccato alla
testa)
un ripetitore GSM/1800 che copra circa 2000mq (cioè un ripetitore che vale
meno di una scorreggia) equivale a circa 20 cellulari
Una radio FM che copre una provincia equivale a circa 1000 ripetitori
GSM-scorreggia. Certo, la frequenza FM è molto più bassa quindi anche
l'energia trasportata dall'onda FM è molto più bassa, senza contare il fatto
che raramente ci si trova col ripetitore della radio attaccato alla testa.
Sempre per quanto ne sappiamo oggi, nè la radio nè il ripetitore GSM fanno
alcunché alle nostre cellule. Nè tantomeno i ripetitori GSM seri.
Ciò detto resta quello che ad oggi non sappiamo. I campi elettromagnetici
citati sopra non sono radiazioni ionizzanti (ovvero non possono rompere
legami chimici) e, entro i limiti di potenza dettati dalla legge, non
scaldano la materia più di quanto il corpo non sia in grado di gestire
naturalmente. Non sappiamo però se questi due (ionizzazione e temperatura)
siano gli unici modi in cui si può rompere un legame chimico. Qualche
scienziato sostiene di aver eseguito esperimenti in laboratiorio che
dimostrano che i campi magnetici possono rompere i legami chimici del DNA, ma
non sono mai riuscito a trovare informazioni su quale intensità di campo
magnetico sia stata usata. Ovviamente dall'altra parte c'è qualche altro
scienziato che dice che tutto ciò è impossibile. L'unica cosa che mi chiedo è
per quale motivo tutti questi scienziati non si mettano nello stesso
laboratorio ad eseguire assieme l'esperimento ed osservare assieme i
risultati, ma preferiscano fare gli esperimenti in modo indipendente per poi
accusare la controparte di aver sbagliato a trarre le conclusioni.
Lucio.
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