[Soci SLIP] Discussione su blog Beppe Grillo

Massimo Nuvoli massimo a archivio.it
Gio 2 Nov 2006 10:10:48 CET


Domenico Odetti ha scritto:
> Mi pare una discussione assolutamente sterile.

Allora cerchiamo di farla diventare qualcosa di concreto ed utile,
questo è lo scopo della dialettica, non restare su posizioni assolute,
ma condividere i pensieri esponendoli per poi essere capaci di
comprenderli ed eventualmente cambiarli.

Scusatemi se mi dilungo ma vi assicuro che serve!

Prima di tutto ribadisco un concetto che mi sembra non chiaro:

Il "Software Libero" è LIBERO e non gratis.

Il problema alla radice di tutto è che non possiamo accettare che un
programma ci venga fornito senza che da parte nostra ci sia la
possibilità di aprirlo, verificarlo, modificarlo, copiarlo quante
volte ci pare, etc. etc. Il gratis arriva dopo e diciamo: "oh! grazie!".

Dal punto di vista economico sono anni che predico che i modelli delle
aziende che fanno software "non-free" NON sono applicabili al software
"free". Questo in concreto presuppone un cambiamento che l'economia,
per come è fatta, tenderà a stroncare fino a quando non produrrà
risultati positivi.

Gli errori che vediamo ora, o i risultati non del tutto pieni
dipendono fondamentalmente da una serie di fattori negativi:

1) il "Software Libero" deve essere come il software non libero.
(inteso fare quello che fa ed essere assistito come).
Questo è un limite che fa comodo a chi ha una posizione dominante di
mercato ora, la pubblicità e presunti vantaggi che vengono venduti a
caro prezzo fanno il resto del danno.

2) non viene dato valore a chi sviluppa, o meglio il valore è sempre
"distorto".
Qui paghiamo decenni di svaccamento del mercato, di aziende che hanno
sfruttato e munto, deludendoli, i propri clienti. Qualsiasi costo
diventa comunque troppo alto, non se ne percepisce il reale valore.
Signori sviluppatori vi annuncio che è colpa nostra e che noi
pagheremo per tutto ciò. Ovvero... noi "presunti corretti" ci
rimetteremo fino a quando non si sarà cancellata l'onta e l'abominio
dei comportamenti precedenti.

3) maledetta testa che abbiamo
Eh... qua ci vado duro, gli italiani sono zucconi, egoisti e
prepotenti quando si parla di queste cose. Tutti hanno fatto tutto e
meglio del proprio vicino, tutti sanno di più del proprio vicino.
Diciamo che questa è una cosa che va profondamente contro il concetto
di "condivisione" e di "apertura" alla base del software libero.

4) collaborare? no! meglio competere, la guerra dei poveri è cominciata!
Ci sono aziende che si fanno pagare 200 euro all'ora per un
programmatore, ci sono aziende che non riescono a farsi pagare 20 euro
all'ora per un programmatore. Il problema è che il mercato italiano
basato sul modello "non libero" ha la forza per fare resistenza a
quello basato sul "libero", risorse sia economiche che umane, oltre
che un buon marketing. Se volete capirlo meglio stiamo combattendo con
i bastoni e loro hanno quantomeno dei mitra, forse anche un DFG-9000.
Il brutto in tutto ciò è che i poveri invece di aiutarsi e di
collaborare cosa fanno? si spaccano le palle tra di loro. Vai!
grandi!... si grandi coglioni... :-)

5) il cliente oramai cerca la soluzione più economica, non quella che
funziona meglio o che lo rende libero da vincoli.
Beh questa è la cosa più divertente di tutte, i clienti, dopo essere
stati buggerati, spennati, derisi e schiaffeggiati, cosa fanno? invece
di cercare di capire il valore di quello che comperano vanno a
scegliere SEMPRE e SOLO le cose più economiche. E via nelle braccia di
quelli che ti hanno spennato fino ad ora....

6) costo di possesso e ritorno degli investimenti
Oddio... parolone, questa è economia del cavolo... ma in Italia credo
sia qualcosa di ben lontano dall'essere recepito.
In poche parole, quando noi comperiamo uno strumento dobbiamo SEMPRE
preoccuparci di quanto costa a comprarlo fine se stesso, quanto costa
mantenerlo per la sua vita e quanto costerà smaltirlo. Visto questo (e
già sarebbe una grande cosa) si passa a vedere la spesa come
investimento, questo per definizione dovrà portare a qualcosa di
"prodotto" un utile che dovrà essere in qualche modo quantificato.
Il bello è che nello spirito "commerciale non libero" si cerca di aver
e un costo di possesso altissimo e un ritorno dell'investimento tale
da non scandalizzare chi fa la spesa.
Spesso chi compera non sa cosa compera veramente, non sa quanto gli
costerà poi, non sa quanto potrà essere produttivo, non sa un cavolo
di un cavolo, spesso le specifiche (chiuse) non permettono di valutare
il costo di possesso o il ritorno dell'investimento.
Evviva!

Questi sono solo 6 punti... ora... c'è una soluzione a questi
problemi? Si! diavolo! SI SI SI il software libero! ma SOLO il
software non basta. Ci vuole un cambiamento di mentalità, di cultura,
di approccio e anche un cambiamento notevole nel mercato del software
e dei servizi.

Questo per dire, alla fine, che nessuno (anche Domenico nel suo giusto
idealismo) ha torto e nessuno ha ragione.

Il bello è che noi abbiamo le armi per combattere queste 6 schifezze
immonde, c'è un gruppo di persone che ci crede, abbiamo degli ottimi
strumenti da portare avanti, abbiamo la possibilità di discutere di
queste cose (anche questa è una libertà non da poco), di litigare per
portare avanti le proprie convinzioni e di comprendere quelle altrui.

La soluzione, come diceva un noto comico, ce l'abbiamo dentro ma è
sbagliata.

CiAU!


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