[S.Li.P] [OT] inclusioni

Alessandra Neve alessandra.neve a gmail.com
Mar 1 Dic 2020 12:39:32 CET


Ciao caro Davide!!! Sono contenta di rileggerti, m'era venuto il dubbio
ieri che ci fosse qualcosa di stonato nella mia valutazione spiccia delle
tue parole. Dovevi per forza voler dire qualcos'altro, ma non ci ero
arrivata, quindi ti ringrazio per la tua spiegazione.
Ovviamente, da solita bacchettona - studiata all'orientale di napoli - ti
proporrò di colloquiare sulla decolonizzazione della mente, tanto per
approfondire un po' il discorso sul significato di povertà, solidarietà,
bene silenzioso, regole rituali, ecc. ecc. Yeah..
Hai ragione, a parlarci siamo molto più vicini di quello che sembra via
mail. Ma... neanche così tanto, te lo ricordo! Vista l'ultima discussione
filosofico-esistenziale avuta in sede!!! ah ah ah sto ancora ridendo.
Nel frattempo, comunque, ti chiedo se te lo sei visto il video che ho
mandato sulle regole del gioco. Partirei poi da lì.
Che figo sarà rivederci.
Grazie e a presto.
Ale

ah, visto che siamo in discussioni OT, ne approfitto: spero che chi ci
legge in lista, familiari e amici, stiate tutti bene.
Ah di nuovo, saranno anche OT queste discussioni, ma SLiP è un gruppo fatto
di persone e, come credo abbiano sempre fatto i soci di SLIP, ogni tanto è
bello anche divagare e approfondire altro, perchè gruppo si sia davvero
(per chi ha voglia di esserlo, ovviamente).

Il giorno mar 1 dic 2020 alle ore 12:04 Davide Davide via SLiP <
slip a liszt.softwareliberopinerolo.org> ha scritto:

> Ciao Ale,
>
> sentirti è sempre un piacere perché anche se apparentemente sembra che
> abbiamo visioni molto distanti, in realtà la pensiamo esattamente nello
> stesso modo.
>
> Ti rispondo a livello personale(privato) su un aspetto:
>
> perdonami il mio "peccato" di presunzione, ma  il popolo che parla il
> swahili (o più precisamente ha come lingua ufficiale il swahili insieme
> all'inglese) lo conosco e lo amo sicuramente molto più di quanto pensi. Il
> bene si deve fare in silenzio, motivo per cui non dovrei dire più del
> dovuto, ma ho avuto la FORTUNA di poter vedere direttamente quante cose
> sono state fatte per quei popoli, stare con loro nelle loro capanne,
> sporcarmi le mani ad aiutare direttamente molte persone, adottare come
> "sorella" una persona che viveva in quel paese, e tutt'ora faccio parte d
> un associazione qui nel pinerolese che si occupa di aiutare, con il
> sostegno a distanza e raccolta fondi, direttamente un orfotrofio che si
> trova nel villaggio di Ndithini che aiuta le famiglie povere (e ce ne sono
> veramente tante) e dà istruzione a quasi 700 bambini, ha il dispensario e
> una camera mortuaria (per evitare, come vuole il loro rito di lasciare per
> una settimana il morto nella capanna).
> L'esempio che ti ho portato non è per disprezzare assolutamente quel
> popolo ma era solo per portarlo come esempio e conferma, che il linguaggio
> e la cultura e la mentalità non sempre vanno d'accordo.
> Chissà se un giorno, non troppo lontano, potremo vederci per raccontarci
> le bellissime esperienze di solidarietà.
>
> Davide
>
>
>
>
> Il lunedì 30 novembre 2020, 22:59:47 CET, Alessandra Neve via SLiP <
> slip a liszt.softwareliberopinerolo.org> ha scritto:
>
>
> Ciao Davide! Che bello sentire anche te
>
> Il giorno lun 30 nov 2020 alle ore 16:18 Davide Davide via SLiP <
> slip a liszt.softwareliberopinerolo.org> ha scritto:
>
>
>
> Preferite un mondo senza ingiustizie, dove ognuno rispetta l'altro, o un
> mondo che si preoccupa di creare un lingua perfetta dal punto di vista
> grammaticale?
> detto in altre parole meglio la sostanza o l'apparenza?
>
>
> E' proprio perchè mi interessa la sostanza che do importanza anche alla
> forma. Ma certamente non solo.
> Temo proprio di essermi spiegata malissimo: è ovvio che è molto più
> importante la giustizia, o il rispetto delle persone nei fatti, ecc. ecc.!
> Ci mancherebbe! Che mi importa della lingua di per sè? Anzi, mi pare in
> generale la si voglia difendere più di quello che farei io. Per me è
> importante nella misura in cui richiama concetti, pensieri che danno forma
> alla nostra realtà. Di per sè, le regole linguistiche sono convenzioni, e
> proprio per questo non ci vedo nulla di male a cambiarle, ma rappresentano
> anche quello che c'è sotto, allora a maggior ragione cambiamole!
>
>
> Se bisogna lottare, bisogna lottare per un mondo più giusto, dove non
> esistono discriminazioni. E non sull'uso delle parole. Il linguaggio è a
> tutti gli effetti un "codice" per comunicare un pensiero.
> Anche se un giorno la nostra lingua avrà raggiunto la massima espressione
> di neutralità, Chiunque, pur utilizzando un linguaggio perfetto, potrà
> continuare a discriminare e disprezzare l'altro se non c'è stata una vera e
> propria rivoluzione sui "valori".
>
>
> Sono d'accordo che le ingiustizie possono esserci ugualmente. Ma perchè
> non contribuire anche con il linguaggio? Sul tema della violenza di genere,
> è considerato un tema molto importante.
> Per me lottare per non avere più discriminazioni significa anche cambiare
> il linguaggio, che alimenta la cultura di genere in cui viviamo. La lingua
> non è solo un codice... per carità, a quanto dicono alcuni teorici, non
> sarà la verità con la V maiuscola, però è un'idea che mi convince
> abbastanza. I 30 modi di dire neve in inuit ci dicono che loro vedono neve
> diverse dalla nostra? No, la neve è la stessa, ma hanno un mondo più ricco
> di sfumature di neve. Per me è affascinante. Ecco, non ci vedo nulla di
> strano a ipotizzare che l'espressione "non fare la femminuccia" descriva un
> mondo dove le femmine sono deboli.
> Poi se non siete d'accordo con questa teoria - che ovviamente non è nata
> ieri e non ho inventato io - pace. Me ne farò, tristemente, una ragione.
>
>
> Il popolo che usa il swahili (.....*che non ha il termine **"avere" come
> lo concepiamo in italiano ("avere" nel senso di possedere)**  ...*.) è un
> popolo dove è normale scambiare una donna con le pecore e le vacche e che
> rivendica la propria razza con il sangue e i più forti dominano senza pietà
> sui più deboli anche se non hanno il termine avere
> Questo è per dire che la forma non coincide con la sostanza.
>
>
> Su questa osservazione, ahimè, resto davvero parecchio delusa: dire che un
> popolo che parla swahili normalmente scambia una donna con le pecore e
> tutto il resto che hai scritto mi sembra un'affermazione decisamente forte,
> diciamo così... ma sì, dai, ci aggiungo anche un po' stile coloniale. E'
> come dire che gli italiani sono capaci di uccidere nell'acido i bambini,
> come tutti i mafiosi. O che i preti sono pedofili.
> Si vede che non conosci nessuno che parla swahili. Mi dispiace molto.
>
> Ciao ciao ciao
> Ale
>
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