[Soci SLIP] Pc per le scuole e le famiglie

llcfree llcfree a gmail.com
Mar 30 Ott 2012 08:44:21 CET


On Mon, 2012-10-29 at 22:14 +0100, giorgio boiero wrote:
> Loredana scrive: "...C'e' un bisogno estremo, ora che pare che fin
> dalla seconda elementare le famiglie siano costrette a confrontarsi
> con i figli a cui e' richiesto l'uso del pc a scuola. C'e' anche una
> crisi tremenda. Una possibile soluzione e' costruirsi i pc, l'altra e'
> avere luoghi pubblici in cui i bambini possano accedere, seguiti dagli
> adulti. Il digital divide si elimina cosi'...."
> 
> Una soluzione è anche il mini pc raspberry pi che con 40€ permette di
> usare linux collegandolo ad un tv e ad un mouse e tastiera usb.
> http://it.wikipedia.org/wiki/Raspberry_Pi 

Vero. Se n'e' gia' parlato anche in lista. Temo pero' che il problema
resti quello delle applicazioni e dei contenuti. Qualsiasi soluzione,
per essere una soluzione, deve permettere di fare quello che poi nelle
scuole si pretende che si faccia. E per mia esperienza le scuole sono
ambiti difficilmente penetrabili, con logiche interne consolidate. Quel
"blocco" di cui parlava Lucio al GNU/linux day (che non si ritrova solo
nelle scuole), per intenderci. Bisogna agire su piu' fronti.
Soprattutto, bisogna aver pronta la risposta, se si stimolano i bisogni.

Io non credo che sia pigrizia, malafede o corruzione, o almeno, non
solo. O che tutto si possa spiegare in quei termini. E' semplicemente
una mancata diffusione sul territorio di tecnologie informatiche e di
rete e la conseguente mancanza di una consapevolezza generale  da parte
della popolazione tutta delle possibilita', in modo che poi sia meno
semplice imporre scelte assurde. Ci vorrebbe un salto culturale, basato
sull'esperienza individuale del fare. 

Purtroppo con la crisi manifatturiera degli anni 80 e con la
suddivisione del mondo in chi produce e in chi compra e vende l'Italia
e' finita in questa seconda categoria, molto piu' aleatoria, dal punto
di vista economico, perche' dipende dalla quantita' di denaro circolante
e non dalle risorse materiali o umane.

Buona parte del mondo occidentale ha fatto la stessa fine. Mi avevano
colpito le cifre in un seminario di Mario Deaglio (il marito della
Fornero): solo il 25% della produzione mondiale e' prodotto dal
cosiddetto mondo occidentale, mentre il 50% si e' spostato in Cina,
India e Paesi emergenti come il Brasile. Questo grazie al massiccio
trasferimento tecnologico dagli Stati Uniti verso questi paesi, come
moneta di scambio, che risale all'epoca della visita di Nixon in Cina. 

L'India, poi, ha capito quello che a Torino sembra essere sfuggito alla
classe dirigente, nonostante la presenza di Informatica e del
Politecnico: formando 8 milioni di ingegneri, sono diventati un
micidiale serbatoio di manodopera specializzata a cui attingere e la
mancanza di strutture (le reti, per intenderci) e' stata risolta dagli
investimenti stranieri che avevano un interesse diretto nello
sfruttamento di quelle risorse. Noi potremmo farcela da soli.

Che piaccia o no, questo e' quello che sta succedendo. La "primavera"
araba e' nata dall'abuso delle risorse alimentari per la produzione di
biocarburanti e dalla fame. Bisogna fare attenzione nel fermarsi alla
superficie delle cose e delle notizie. Si finisce per fomentare processi
che, senza il controllo della maggioranza degli "aventi diritto",
portano dritti dritti al baratro. Che poi magari si supera, ma chissa'
qaundo, chissa' come, chissa' a che prezzo.

Oh boi, a questo punto si' che sono fuori tema :) 
  
> Al linux day un partecipante ne aveva uno.

E' un vero peccato che non l'abbia visto :)

Un po' di tempo fa, avevo letto sul loro sito che erano passati
dall'acquisto dei soli componenti altrove (Cina o chissa') e
assemblaggio in Inghilterra alla produzione completa in Inghilterra, dai
componenti al prodotto finale, insomma, per tentare di trattenere sul
territorio almeno parte del benessere che deriva dall'impiego di risorse
umane nella produzione. 

D'altra parte, e' ovvio che lo spazio ci sia (non mi piace chiamarlo
"mercato"), l'esperienza di arduino lo dimostra e la scuola e la PA sono
serbatoi di possibilita' pressoche' infinite che potrebbero essere
sfruttate a beneficio di tutti.  Tutto sta a vedere chi lo occupa,
questo spazio, e quale peso i cittadini abbiano in un processo
fondamentale per lo sviluppo. Che potrebbe essere faticoso, ma pieno di
soddisfazioni. tanto vale esserci :)

Loredana 




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