[Soci SLIP] Ubuntu 10.4 + VirtualBox [Era + Wine + MSoffice2003]

Lucio Crusca lucio a sulweb.org
Gio 17 Mar 2011 09:14:21 CET


In data martedì 15 marzo 2011 00:12:52, Antonio Alessio "dikdust" Di Pinto ha 
scritto:

> Dall' anno scorso ho messo da un cliente un "sistema" che si basa su
> ubuntu 10.04 e virtualbox in test. Praticamente si usa ubuntu per tutto
> e in background parte un xp (dall' anno prossimo sarà win7 ?) che lancia
> tutto quello che "non" può partire su ubuntu. 

Ho tentato la stessa soluzione con un mio cliente (due in realtà, ma uno in 
particolare era entusiasta e la voleva lui). Il problema è che se hanno 
bisogno di qualcosa che su Ubuntu non può funzionare, finiranno per usare molto 
il Windows virtualizzato. Questo mio cliente, dopo ben due anni di utilizzo di 
Ubuntu nativo e Windows in Virtualbox, mi ha chiesto di rimettergli Windows 
nativo. E nota che era lui il primo a voler usare Ubuntu, io due anni fa 
gliel'avevo sconsigliato perché sapevo che doveva usare alcuni software 
professionali che esistono solo per Windows.

È vero che con VirtualBox risolvi quasi tutto, ma quel "quasi" da solo crea 
abbastanza problemi all'utente finale da fargli venir voglia di abbandonare la 
soluzione. Esempi pratici:

- i programmi di cad su linux praticamente non esistono. Quelli per Windows su 
virtualbox sono troppo lenti e non è detto che la parte 3D funzioni a dovere.

- molti software professionali richiedono una chiave hardware per funzionare. 
L'utente deve quindi abilitare il filtro usb a mano per permettere a Windows di 
riconoscere la chiave hardware. Se poi qualsiasi cosa non dovesse funzionare 
con il software (e su Windows capita spesso), la prima cosa che ti chiede 
l'assistenza è se la chiave hardware ci sia o no. Al cliente viene il dubbio 
(ed il dubbio è la bestia più dura da sconfiggere, vedi FUD) che il problema 
sia quell'attivazione manuale del filtro usb su VirtualBox.

- idem per la CNS e la firma digitale dei documenti.

- per potergli dare l'accesso ai dispositivi usb devi mettergli VirtualBox non 
OSE (dato che la OSE non ha supporto USB). Ma la non OSE contiene software non 
libero (appunto il supporto USB). Cosa ci hai guadagnato? Se gli lasciavi 
Windows nativo aveva sul PC un pezzo di software proprietario IN MENO!

- Ubuntu non è esente da problemi (sono di più semplice soluzione per noi 
tecnici, ma per l'utente finale restano problemi che richiedono l'intervento di 
un tecnico). Il cliente alla fine si trova a necessitare di assistenza 
sistemistica per due sistemi operativi invece che uno solo. La soluzione 
quindi gli costa più cara del solo Windows nativo.

Nota che in tutto questo in realtà ho un terzo cliente che sta allegramente 
usando la stessa soluzione e ne è felice, ma in questo caso parliamo di un 
cliente che ha competenze tecniche sufficienti ad arrangiarsi (si installa da 
solo i desktop Ubuntu, sa installarsi e configurarsi da solo VirtualBox e io 
gli do assistenza solo sul server che nulla ha a che vedere con VirtualBox).

Dei nostri c'era (una volta) anche Domenico che era interessato ad una 
soluzione con virtualbox, e se non ricordo male l'ha anche realizzata. Anche 
in questo caso però parliamo di gente con uno skill tecnico notevole su Linux.

> Ti aggiorno se ti interessa, la mia crociata open sta iniziando ad
> ottenere risultati nella borgata dove ho l' ufficio. La cosa mi intriga
> anzichenò ....

"L'ho provata anch'io sissì!" "Intrigava anche me ecco!" :D 




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