[Soci SLIP] Green Geek: associazione per il wifi libero

Enrico Agliotti enrico.agliotti a gmail.com
Sab 26 Feb 2011 16:14:57 CET


questa cosa mi sembra molto interessante:

da ilfattoquotidiano.it

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/26/green-geek-lassociazione-per-il-wi-fi-libero-internet-deve-essere-un-diritto/91450/

Green Geek, l’associazione per il wifi libero: “Internet deve essere
un diritto”

Iniziativa che per celebrare i 150 anni dell’Unità: portare la
connessione in altrettante piazze per tutto il 2011. "Ma è solo il
primo step". L'obiettivo è dialogare con le istituzioni per
regolamentare il settore, ma c'è molto da lavorare. “Abbiamo posato la
prima antenna lo scorso ottobre nel quartiere Ortica a Milano, ma
senza alcuna collaborazione del Comune” Nell’Italia in emergenza wifi,
dove la rete libera e la e-transparency sono ancora un miraggio, i
festeggiamenti dei 150 anni di Unità sono l’occasione per tentare di
ridurre il digital divide. A Milano esiste un gruppo composto da 70
appassionati di nuove tecnologie, alla ricerca di connessioni
sostenibili e alle prese con l’organizzazione del plotone italiano a
sostegno della causa internet “senza fili”. Sono i Green Geek,
associazione senza scopo di lucro composta da chi, attraverso la
condivisione di competenze e professionalità della banca del tempo, si
impegna perché Internet sia riconosciuto come diritto. Realizzano
progetti partecipativi di carattere sociale, da Insieme per l’Abruzzo,
sito di informazione libera, fino alla punta di diamante di Gwifi, per
la condivisione della banda attraverso la propria scheda wireless e
advertising geolocalizzato per i negozianti che lo promuovono. Tutto
rigorosamente no profit.

In linea con la filosofia della Rete libera, insieme alla rivista
Wired e al supporto tecnico di Unidata, i Green Geek hanno lanciato
l’iniziativa che per celebrare i 150 anni dell’Unità portando la
connessione in altrettante piazze per tutto il 2011. E’ il primo step
per dare il via ad Asso wifi, un’associazione che riunirà operatori di
free wireless ed enti territoriali e sarà l’interlocutore con le
istituzioni per regolamentare il settore. “Abbiamo posato la prima
antenna lo scorso ottobre nel quartiere Ortica a Milano, ma senza
alcuna collaborazione del Comune”, spiega Mauro Lattuada, coordinatore
dei Green Geek.

“Dopo un viaggio negli Stati Uniti siamo andati a conoscere i casi
virtuosi di Venezia e Roma. Abbiamo scelto di installare nel quartiere
un’antenna con basse emissioni”. Nella diffusione di Internet libero
dunque, l’amministrazione meneghina, come in molte altre città
italiane, è insensibile. Non serve che “Sveglia Italia”,
un’applicazione per iPhone creata dai geek verdi per identificare gli
hot spot free e a pagamento, sia stata scaricata oltre 100mila volte.
“Banda larga, mente stretta”, puntualizza Lattuada che evidenzia
l’avversione della classe dirigente per l’innovazione. “Se chi decide
è Luigi Rossi Bernardi, assessore alla Ricerca della giunta Moratti di
dieci anni più vecchio dei Rolling Stones, il Paese non ce la farà.
Siamo agli albori di un mercato nuovo, in cui, come sul Frecciarossa,
la connessione verrà fatta pagare cara. Le amministrazioni non si
rendono conto che offrendo servizi wifi possono ripagare il costo
della Rete, velocizzare la burocrazia e prevenire i reati. Infatti con
la trasparenza garantita da Internet, la consegna di bustarelle per
accelerare alcune richieste a scapito di altre sarebbe tanto evidente
quanto impossibile”.

Per questo Lattuada anticipa la prossima nascita di Asso wifi che nel
suo manifesto propone un pc per ogni studente e una pubblica
amministrazione completamente digitalizzata entro il 2020, oltre alla
rottamazione dei cavi in rame e il wifi come infrastruttura
prioritaria per il paese. Obiettivi ambiziosi che tuttavia stridono
con gli annunci di Palazzo Chigi: il ministro delle Comunicazioni
Paolo Romani ha ridotto da 1,471 miliardi di euro a 100 milioni
l’investimento per abbattere il digital divide. In più l’abrogazione
del decreto Pisanu non rende affatto “libera” la Rete e l’agenda
digitale del governo, come ha spiegato Guido Scorza, è di fatto un
diktat unilaterale.

“L’agenda digitale è un’operazione finta, intende solo simulare un
coinvolgimento. Nasce da un lavoro a porte chiuse e non da un
confronto politico. Asso comprenderà gli operatori del free wifi, non
quelli che vendono connettività, per normare il mercato. E anche gli
Isp dovrebbero essere interessati visto che, se un cittadino utilizza
i servizi della pubblica amministrazione via wireless, significa che è
alfabetizzato e che a casa non potrà fare a meno di una connessione a
pagamento. Le amministrazioni, allo stesso tempo, ripagano i costi di
connessione se trasferiscono online tutti i micropagamenti. E’ un
business model che funziona. Forse quel miliardo che aveva annunciato
Romani è stato investito nella difesa del Bunga bunga e nel paese che
punta a limitare le intercettazioni la e-transparency è aggredita dal
potere di fuoco della politica. Chi ha paura deve nascondere”. Eppure
l’abrogazione del decreto Pisanu consente da quest’anno di
liberalizzare l’accesso agli hot spot. “Non è così”, conclude
Lattuada. “La Pisanu non è cambiata e come sempre pretende la verifica
puntuale di chi accede alla Rete. Oggi, tuttavia, questo può avvenire
con altri metodi rispetto alla carta di identità, dal numero di
cellulare alla carta di credito. Si tratta di un restyling estetico,
ma noi continueremo nella battaglia di diffusione del wifi libero,
come abbiamo fatto ad Ortica”.

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Enrico Agliotti
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