[S.Li.P] Red Hat/IBM inizia a seguire la GPL alla lettera

Lucio Crusca lucio a sulweb.org
Lun 7 Ago 2023 17:43:28 CEST


Prima un po' di storia, altrimenti non si capisce cosa sta succedendo oggi.

Red Hat Inc., dal 2000, produce Red Hat Enterprise Linux (RHEL in 
breve), ovvero una distribuzione di Linux orientata al mercato 
professionale, corredata da supporto commerciale a pagamento, fornito 
ovviamente da Red Hat stessa.

Nel 2002 nasce il progetto CentOS, ovvero una distribuzione Linux 
indipendente che è un clone di RHEL sotto diverso nome, basata 
sull'allora versione 2.1 di RHEL: l'obiettivo è rendere disponibile alla 
comunità (soprattutto degli sviluppatori) un ambiente al 100% 
compatibile con RHEL, in modo da poter sviluppare e certificare il 
software per RHEL senza dover per forza pagare licenze di RHEL. 
Tecnicamente questo è possibile ed economicamente sostenibile, perché il 
codice sorgente di RHEL è messo a disposizione di chiunque da Red Hat, 
quindi basta prenderlo, cambiare nome alla distribuzione, ricompilarlo e 
distribuire CentOS.

CentOS diventa rapidamente una distro molto utilizzata, con molti più 
utenti in giro per il mondo che risorse e fa fatica a star dietro ai 
costi di gestione. Pare infatti che ci fosse un certo numero di clienti 
Red Hat che acquistava una sola licenza di RHEL, al fine di avere il 
supporto commerciale, e poi installava molte copie di CentOS, ottenendo 
un'intera rete che poteva eseguire software certificato per RHEL al 
costo della licenza per una sola postazione RHEL. Tutto ciò è sempre 
stato legale e permesso dalla GPL, quindi indirettamente anche permesso 
anche da Red Hat.

Succede così che nel 2014 Red Hat diventa ufficialmente sponsor di 
CentOS, ma a certe condizioni: gli sviluppatori indipendenti di CentOS 
non potranno costituire più del 49% della governance del progetto ed 
almeno il 51% dovranno essere dipendenti di Red Hat. In realtà sembrava 
una cosa buona, perché significava anche che almeno il 51% degli 
sviluppatori di CentOS avrebbe trovato un lavoro fisso in Red Hat e che 
il progetto poteva dimenticare i problemi economici che lo affliggevano. 
Red Hat al tempo era circa sinonimo di "principale multinazionale che 
sviluppa software libero per il bene dell'umanità".

Nel 2019, due mesi dopo aver acquisito Red Hat, IBM annunciò modifiche 
alla politica di distribuzione del codice sorgente di RHEL.

Prima, il codice sorgente era semplicemente disponibile per chiunque 
attraverso il canale git.centos.org. A settembre 2019 invece IBM fece 
sapere che, a partire dal termine del periodo di supporto per CentOS 8, 
il codice sorgente sarebbe stato scaricabile solo dai clienti paganti 
(non paganti per avere il codice sorgente, ma paganti per il supporto 
commerciale alla versione compilata di RHEL). La licenza GPL non obbliga 
a fare nulla di più e IBM ha deciso di rispettarla alla lettera.

Contestualmente o circa nello stesso periodo, IBM annunciò la fine 
anticipata del periodo di vita di CentOS 8, che sarebbe dovuto durare 
fino al 2029, ma veniva abbreviato al 2021.

Il 21 giugno scorso Red Hat ha annunciato la concretizzazione di tale 
cambio di politica, disattivando il canale git.centos.org.

Ovviamente Red Hat continua a sviluppare il kernel Linux e vari altri 
software liberi, continua ad includere le versioni compilate di tali 
software in RHEL e continua a rendere disponibile per chiunque il codice 
sorgente di ogni singolo software libero a cui contribuisce, anche in 
questo caso rispettando esattamente ciò che la GPL impone.

Quello che non rende più disponibile per chiunque, ma solo per i clienti 
paganti, è il risultato del suo lavoro di "assemblaggio" dei sorgenti, 
che fa sì che un insieme disordinato di singoli software diventi un 
pacchetto sorgente facilmente rinominabile (come da RHEL a CentOS), 
facilmente compilabile e facilmente trasformabile in una copia di RHEL 
sotto nuovo nome.

In tutto questo nessuno ha fatto nulla di illegale o contrario alla GPL. 
Solo che adesso Red Hat è l'unica in grado di produrre, in modo 
economicamente sostenibile, una copia eseguibile di RHEL. E lo fa 
rispettando la GPL, fornendo gratuitamente i sorgenti solo ai propri 
clienti.

Fortunatamente la licenza GPL è più furba dei furbi, per cui è ancora 
possibile ottenere i sorgenti di RHEL indirettamente, ma sempre 
legalmente, da chi è cliente, oppure diventando "temporaneamente" 
clienti di Red Hat grazie alle istanze cloud "pay-per-use" o via Docker 
Hub. Questi sono i metodi che useranno gli sviluppatori di Rocky Linux, 
che è una delle distro che si pone obiettivi simili a quelli che furono 
propri di CentOS, prima che fosse eseguita la sua condanna a morte.

Riusciranno i nostri eroi?


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