[S.Li.P] L'Australia contro la sicurezza (o contro la libertà?)

Gianluca Boero gianluca.boero67 a gmail.com
Dom 9 Dic 2018 10:27:13 CET


Pensa che su La Stampa di qualche giorno fa questa notizia era stata
evidenziata come "la polizia australiana potrà curiosare su WhatsApp" o
titolo simile.

Il 09 dic 2018 9:55 AM, "Lucio via SLiP" <
slip a liszt.softwareliberopinerolo.org> ha scritto:

Prima di tutto il link ad un articolo che ne parla (in inglese):

https://protonmail.com/blog/australia-anti-encryption-law/

Le intenzioni del governo australiano sembrerebbero buone, ovvero
permettere alla polizia di raccogliere prove di colpevolezza nei
dispositivi informatici (cellulare, pc, ...) dei criminali, prima che i
criminali stessi distruggano tali prove.

Il problema è che la legge, così come l'hanno approvata, richiede che i
fornitori di software collaborino con la polizia per raccogliere le
prove da tali dispositivi, senza porre un limite a cosa la polizia possa
chiedere di fare.

Esempio pratico. Alice sviluppa software, diciamo una app per
smartphone. Bob è un investigatore della polizia. Chuck è un probabile
criminale, non ancora giudicato né condannato, che usa la app di Alice.
Ci sono molti indizi a carico della cattiva condotta di Chuck, ma non
abbastanza per poterlo arrestare.

Con questa nuova legge (nota come "A&A", ovvero "Assistance and
Access"), Bob può costringere Alice a pubblicare una versione aggiornata
della sua app, che contenga una backdoor (ovvero del malware), in modo
che, non appena lo smartphone di Chuck aggiorna la app alla nuova
versione, Bob possa curiosare da remoto nello smartphone di Chuck, ad
insaputa di Chuck stesso.

Già questo probabilmente va molto oltre la definizione di democrazia. In
più la legge, oltre a ledere i diritti di Chuck, che è un criminale e
quindi si potrebbe pensare "chissenefrega", non si preoccupa minimamente
di quali possano essere le conseguenze sul resto della popolazione. La
nuova versione della app con malware di Alice sarà installata, grazie ad
un normale aggiornamento, anche da tutti gli altri utenti ignari ed
innocenti. La legge A&A prevede che il malware forzatamente inserito da
Alice sia qualcosa di specifico per Chuck, ovvero permetta solo
l'accesso allo smartphone di Chuck e non allo smartphone di altri
cittadini. Purtroppo però la legge A&A non contempla il caso in cui
Alice non sia tecnicamente in grado, senza sapere di non esserlo, di
fare un malware così preciso. Per non parlare di scenari, sicuramente
possibili, dove Alice invece è in grado, ma coglie l'occasione per
inserire un malware, per suo tornaconto personale, che faccia qualcosa
in più di quanto richiesto da Bob, tanto nessuno potrà mai dimostrare
che lo abbia fatto apposta, perché lei potrà sempre dire che stava solo
eseguendo quanto chiesto da Bob, che è la polizia e che probabilmente
fornirà ad Alice specifiche fumose sul da farsi.

La buona notizia è che non sembra esistere, al momento, una legge
analoga fuori dall'Australia. Di conseguenza tale legge è difficilmente
applicabile dalla polizia australiana sulle software house che non sono
sotto giurisdizione australiana. Magra consolazione, anche perché una
volta creato il precedente, probabilmente altri stati seguiranno l'esempio.

L'altra buona notizia è che il software libero è immune, perché il
codice è sotto gli occhi di tutti e nessuno potrebbe inserire malware
senza che il mondo se ne accorga.

La raccomandazione quindi è usare software libero ogni volta che si può,
app per lo smartphone comprese.

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