<div dir="ltr"><div>Ciao Davide! Che bello sentire anche te<br></div><br><div class="gmail_quote"><div dir="ltr" class="gmail_attr">Il giorno lun 30 nov 2020 alle ore 16:18 Davide Davide via SLiP <<a href="mailto:slip@liszt.softwareliberopinerolo.org">slip@liszt.softwareliberopinerolo.org</a>> ha scritto:<br></div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0px 0px 0px 0.8ex;border-left:1px solid rgb(204,204,204);padding-left:1ex"><div><div style="font-family:Helvetica Neue,Helvetica,Arial,sans-serif;font-size:13px"><div></div>
<div dir="ltr"><br></div><div dir="ltr"><br></div><div dir="ltr">Preferite un mondo senza ingiustizie, dove ognuno rispetta l'altro, o un mondo che si preoccupa di creare un lingua perfetta dal punto di vista grammaticale?</div><div dir="ltr">detto in altre parole meglio la sostanza o l'apparenza?</div></div></div></blockquote><div><br></div><div> E' proprio perchè mi interessa la sostanza che do importanza anche alla forma. Ma certamente non solo.<br></div><div>Temo proprio di essermi spiegata malissimo: è ovvio che è molto più importante la giustizia, o il rispetto delle persone nei fatti, ecc. ecc.! Ci mancherebbe! Che mi importa della lingua di per sè? Anzi, mi pare in generale la si voglia difendere più di quello che farei io. Per me è importante nella misura in cui richiama concetti, pensieri che danno forma alla nostra realtà. Di per sè, le regole linguistiche sono convenzioni, e proprio per questo non ci vedo nulla di male a cambiarle, ma rappresentano anche quello che c'è sotto, allora a maggior ragione cambiamole!<br></div><div><br></div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0px 0px 0px 0.8ex;border-left:1px solid rgb(204,204,204);padding-left:1ex"><div><div style="font-family:Helvetica Neue,Helvetica,Arial,sans-serif;font-size:13px"><div dir="ltr"><br></div><div dir="ltr">Se bisogna lottare, bisogna lottare per un mondo più giusto, dove non esistono discriminazioni. E non sull'uso delle parole. <span><span style="color:rgb(0,0,0);font-family:Helvetica Neue,Helvetica,Arial,sans-serif">Il linguaggio è a tutti gli effetti un "codice" per comunicare un pensiero.</span></span></div><div dir="ltr">Anche se un giorno la nostra lingua avrà raggiunto la massima espressione di neutralità, Chiunque, pur utilizzando un linguaggio perfetto, potrà continuare a discriminare e disprezzare l'altro se non c'è stata una vera e propria rivoluzione sui "valori". </div></div></div></blockquote><div><br></div><div>Sono d'accordo che le ingiustizie possono esserci ugualmente. Ma perchè non contribuire anche con il linguaggio? Sul tema della violenza di genere, è considerato un tema molto importante.<br></div><div> Per me lottare per non avere più discriminazioni significa anche cambiare il linguaggio, che alimenta la cultura di genere in cui viviamo. La lingua non è solo un codice... per carità, a quanto dicono alcuni teorici, non sarà la verità con la V maiuscola, però è un'idea che mi convince abbastanza. I 30 modi di dire neve in inuit ci dicono che loro vedono neve diverse dalla nostra? No, la neve è la stessa, ma hanno un mondo più ricco di sfumature di neve. Per me è affascinante. Ecco, non ci vedo nulla di strano a ipotizzare che l'espressione "non fare la femminuccia" descriva un mondo dove le femmine sono deboli. <br></div><div>Poi se non siete d'accordo con questa teoria - che ovviamente non è nata ieri e non ho inventato io - pace. Me ne farò, tristemente, una ragione.<br></div><div> <br></div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0px 0px 0px 0.8ex;border-left:1px solid rgb(204,204,204);padding-left:1ex"><div><div style="font-family:Helvetica Neue,Helvetica,Arial,sans-serif;font-size:13px"><div dir="ltr"><br></div><div dir="ltr">Il popolo che usa il swahili (.....<i>che non ha il termine </i><span><span style="color:rgb(0,0,0);font-family:Helvetica Neue,Helvetica,Arial,sans-serif"><i>"avere" come lo concepiamo in italiano ("avere" nel senso di possedere)</i></span><span style="color:rgb(0,0,0);font-family:Helvetica Neue,Helvetica,Arial,sans-serif"><i> ...</i>.) </span></span>è un popolo dove è normale scambiare una donna con le pecore e le vacche e che rivendica la propria razza con il sangue e i più forti dominano senza pietà sui più deboli anche se non hanno il termine avere</div><div dir="ltr">Questo è per dire che la forma non coincide con la sostanza.</div></div></div></blockquote><div><br></div><div>Su questa osservazione, ahimè, resto davvero parecchio delusa: dire che un popolo che parla swahili normalmente scambia una donna con le pecore e tutto il resto che hai scritto mi sembra un'affermazione decisamente forte, diciamo così... ma sì, dai, ci aggiungo anche un po' stile coloniale. E' come dire che gli italiani sono capaci di uccidere nell'acido i bambini, come tutti i mafiosi. O che i preti sono pedofili. <br></div><div>Si vede che non conosci nessuno che parla swahili. Mi dispiace molto.</div><div><br></div><div>Ciao ciao ciao</div><div>Ale<br></div><div><br></div></div></div>