<html><head></head><body><div class="ydpe5b88526yahoo-style-wrap" style="font-family: Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 13px;"><div></div>
<div dir="ltr" data-setdir="false">Vorrei solo aggiungere una riflessione su tutto quello che è stato scritto fino ora:</div><div dir="ltr" data-setdir="false"><br></div><div dir="ltr" data-setdir="false">Preferite un mondo senza ingiustizie, dove ognuno rispetta l'altro, o un mondo che si preoccupa di creare un lingua perfetta dal punto di vista grammaticale?</div><div dir="ltr" data-setdir="false">detto in altre parole meglio la sostanza o l'apparenza?</div><div dir="ltr" data-setdir="false"><br></div><div dir="ltr" data-setdir="false">Se bisogna lottare, bisogna lottare per un mondo più giusto, dove non esistono discriminazioni. E non sull'uso delle parole. <span><span style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif;">Il linguaggio è a tutti gli effetti un "codice" per comunicare un pensiero.</span></span></div><div dir="ltr" data-setdir="false">Anche se un giorno la nostra lingua avrà raggiunto la massima espressione di neutralità, Chiunque, pur utilizzando un linguaggio perfetto, potrà continuare a discriminare e disprezzare l'altro se non c'è stata una vera e propria rivoluzione sui "valori". </div><div dir="ltr" data-setdir="false"><br></div><div dir="ltr" data-setdir="false">Il popolo che usa il swahili (.....<i>che non ha il termine </i><span><span style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif;"><i>"avere" come lo concepiamo in italiano ("avere" nel senso di possedere)</i></span><span style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: Helvetica Neue, Helvetica, Arial, sans-serif;"><i> ...</i>.) </span></span>è un popolo dove è normale scambiare una donna con le pecore e le vacche e che rivendica la propria razza con il sangue e i più forti dominano senza pietà sui più deboli anche se non hanno il termine avere</div><div dir="ltr" data-setdir="false">Questo è per dire che la forma non coincide con la sostanza.</div><div dir="ltr" data-setdir="false"><br></div><div dir="ltr" data-setdir="false">Davide</div><div dir="ltr" data-setdir="false"><br></div><div dir="ltr" data-setdir="false"><br></div><div><br></div>
</div><div id="ydp4dba49ccyahoo_quoted_7391055698" class="ydp4dba49ccyahoo_quoted">
<div style="font-family:'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:13px;color:#26282a;">
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Il domenica 29 novembre 2020, 19:00:57 CET, Lucio Crusca via SLiP <slip@liszt.softwareliberopinerolo.org> ha scritto:
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<div><div dir="ltr">Alessandra, sono d'accordo su molte cose che dici. A me va benissimo se <br clear="none">tu o altri vogliono scrivere "tutt* @ sindac*". Dico solo che non vorrei <br clear="none">che questa cosa entrasse forzatamente a far parte dell'italiano, perché <br clear="none">non è come riconoscere che "medica" sia grammaticalmente corretto: lo è <br clear="none">sempre stato, ma per questioni culturali (sicuramente da cambiare, <br clear="none">queste sì), non lo si è usato per molto tempo, fino a pensare che fosse <br clear="none">errato.<br clear="none"><br clear="none">> Mi fa molto piacere che non ti dispiaccia usare "medica". Certo è,<br clear="none">> però, che fino a poco tempo fa questa parola era considerata un<br clear="none">> errore, <br clear="none"><br clear="none">Solo da chi non conosceva a sufficienza l'italiano. E comunque, anche se <br clear="none">fosse stato davvero un errore oggi invece considerato una regola <br clear="none">corretta, in questo caso io sarei stato d'accordo, perché non sarebbe <br clear="none">stata una forzatura della lingua, ma un cambio di cultura, determinato <br clear="none">da un accesso più equo a tutte le posizioni lavorative anche per le <br clear="none">donne, per cui la necessità comunicativa avrebbe prevalso sulla lingua <br clear="none">italiana, non il contrario. Lo stesso è stato per "sindaca". Sempre <br clear="none">stato corretto, ma mai usato, fino a quando i giornali, dal 2016, non <br clear="none">hanno dovuto parlare quotidianamente di Virginia Raggi e Claudia Appendino.<br clear="none"><br clear="none">> Ora, io condivido gran parte di ciò che hai scritto. La questione<br clear="none">> però qui è come includere chi non si riconosce nè nella A nè nella<br clear="none">> O. <br clear="none"><br clear="none">No, in realtà quello che hai postato da facebook non parla di quello, ma <br clear="none">parla solo dell'usare il femminile quando si fa riferimento ad una donna.<br clear="none"><br clear="none">Se vogliamo parlare di come includere tutte le sfumature intermedie, <br clear="none">andiamo a scontrarci con il fatto che la lingua italiana supporta solo <br clear="none">il maschile ed il femminile. Il maschile è dedicato a chi è <br clear="none">anagraficamente maschio ed il femminile a chi è anagraficamente femmina, <br clear="none">tutto lì. Tu poi sei libera di sentirti donna, uomo o qualsiasi altra <br clear="none">cosa ci stia in mezzo e, se ti fa piacere, puoi dire a tutti "chiamatemi <br clear="none">Bruno invece di Alessandra" e tutti lo faranno, una volta avvisati. La <br clear="none">lingua italiana, in sé, non implica, nel significato delle parole, che <br clear="none">l'orientamento sessuale o l'identità di genere della persona di cui si <br clear="none">parla coincida con il genere maschile o femminile usato per riferirsi a <br clear="none">quella persona. A farne una questione di orientamento sessuale o <br clear="none">identità di genere, semmai, è chi la lingua la usa (scusa il gioco di <br clear="none">parole :D), ma lo farebbe indipendentemente dalla lingua e dalla <br clear="none">presenza del genere neutro: non è che imponendo una regola grammaticale <br clear="none">che rende le parole illeggibili riesci a cambiare anche la testa delle <br clear="none">persone, anzi, rischi di peggiorare la situazione.<br clear="none"><br clear="none">> Tu, mi pare, sostieni che non abbia senso porsi la questione, che<br clear="none">> sia superfluo, perchè la cosa dipende dalle regole della lingua<br clear="none">> italiana, in cui i generi sono solo due, quindi giusto che le<br clear="none">> femmine rompano un po' le scatole per i mestieri, ma non chi non si<br clear="none">> riconosce nè nella A nè nella O. Non per questo c'è discriminazione<br clear="none">> o offesa di sorta.<br clear="none"><br clear="none">No, non è esattamente quello che sostengo. È giustissimo che chi non si <br clear="none">riconosce né nella A né nella O faccia di tutto per portare <br clear="none">all'attenzione il fatto che viene discriminato e per combattere questa <br clear="none">piaga sociale. Anzi, se potessimo coniare un termine che non sia una <br clear="none">sigla illeggibile tipo LGTBQQIAA+* per definire rapidamente il "chi non <br clear="none">si riconosce né nella A né nella O", sarei molto felice di usarlo.<br clear="none"><br clear="none">Penso invece che sia sbagliato (ovvero dannoso) il mezzo che si cerca di <br clear="none">usare per combattere questa battaglia. Mentre nel caso delle donne usare <br clear="none">il maschile, quando l'italiano il femminile ce l'ha, è chiaramente una <br clear="none">discriminazione di per sé, nel caso di chi non si identifica in nessuno <br clear="none">dei due generi la discriminazione non può partire dal linguaggio nemmeno <br clear="none">se lo si volesse. Cosa fanno allora i diretti interessati? Vorrebbero <br clear="none">imporre regole che in italiano non esistono, per poi accusare il mondo <br clear="none">(o gli italiani) di discriminazione se non le si usa, sperando così di <br clear="none">risultare meno discriminati, ma chiaramente raccogliendo nient'altro che <br clear="none">tempesta.<br clear="none"><br clear="none">> Ma come la mettiamo con espressioni tipo "non fare la femminuccia" o<br clear="none">> "dimostra che hai le palle"? Potremmo dire che sono solo modi di<br clear="none">> dire, ma non so perchè sono sicura che anche tu pensi contribuiscano<br clear="none">> ad una cultura discriminatoria nei confronti delle donne, dando<br clear="none">> l'idea che solo i maschi possono essere forti.<br clear="none"><br clear="none">Sono solo modi di dire e NON penso che contribuiscano ad alcuna cultura <br clear="none">discriminatoria. Io penso che mia moglie abbia più palle di me, tanto <br clear="none">per dirne una.<br clear="none">Certo, sono modi di dire che partono dal fatto, scientificamente <br clear="none">provato, che il maschio umano è fisicamente più forte, in media, della <br clear="none">femmina umana e per estensione applicano il concetto anche ai <br clear="none">comportamenti che non richiedono forza fisica. Peraltro io ho sempre <br clear="none">considerato la maggior capacità di commuoversi delle donne come un lato <br clear="none">positivo del "sesso debole". In certe situazioni però, indipendentemente <br clear="none">dal sesso anagrafico della persona e dal suo orientamento sessuale, fare <br clear="none">la femminuccia è sconveniente. Così come in altre è sconveniente "fare <br clear="none">il coglione", ma dirlo non discrimina nessuno. Usare "non fare la <br clear="none">femminuccia" non significa canzonare le donne di tutto il mondo, ma <br clear="none">canzonare solo quella persona, maschio o femmina che sia, che in quel <br clear="none">momento deve fare in modo di "avere le palle": in quel momento serve che <br clear="none">sia forte, quindi, per figura retorica riferita al maschio umano che è <br clear="none">fisicamente più forte, deve "avere le palle" o "non fare la femminuccia".<br clear="none"><br clear="none">> Ecco, allora se anche utilizzare la parola "master" richiama a<br clear="none">> qualcuno concetti ormai un po' obsoleti, io non ci vedo niente di<br clear="none">> strano a voler cambiare parola. Sono d'accordo che questo potrebbe<br clear="none">> comportare in certi casi uno sforzo enorme, in alcuni casi<br clear="none">> sproporzionato, quindi concordo con te nel considerare i pro e i<br clear="none">> contro di una decisione, ma non mi sembra strano che esistano<br clear="none">> persone che si pongano la questione.<br clear="none"><br clear="none">Infatti, che lo si "voglia" fare va benissimo. Che lo di "debba" fare <br clear="none">tutti quanti, solo perché qualcun altro lo "vuole" fare, considerando <br clear="none">che tanto non farà sparire né la storia degli schiavi né la schiavitù <br clear="none">che ancora oggi c'è in tante parti del mondo, va un po' meno bene.<br clear="none"><br clear="none">> pensieri, delle nostre riflessioni. Tu mi dai da pensare e noi (in<br clear="none">> questo caso mi associo a Vale) diamo da pensare a te. Tutto qui. Non<br clear="none">> penso ci definiresti SJW. <br clear="none"><br clear="none">Dipende da voi. Se l'esercizio della vostra libertà di usare qualsiasi <br clear="none">nuova regola grammaticale, ufficialmente riconosciuta o meno, non lede <br clear="none">la mia libertà di usare l'italiano come l'ho imparato a scuola, allora <br clear="none">no, non vi definisco SJW. Altrimenti sì ed a pieno titolo.<br clear="none"><br clear="none">> omosessuali?) perchè non appartengo a quella minoranza. Certo la<br clear="none">> visione etero fa tanta fatica a comprendere che esiste anche quella<br clear="none">> omo+.<br clear="none"><br clear="none">Quello che hai scritto qui è un pregiudizio bello e buono, del tutto <br clear="none">assimilabile a quelli che portano alle discriminazioni di cui parli. <br clear="none">Nessuno fa nessuna fatica a comprendere, abbiamo tutti un cervello e <br clear="none">nella maggior parte dei casi funziona. Alcuni (purtroppo molti), DA AMBO <br clear="none">LE PARTI, preferiscono non mettersi in discussione, nonostante <br clear="none">comprendano perfettamente il punto di vista contrapposto al proprio, <br clear="none">perché mettersi in discussione significa rischiare di scoprire di aver <br clear="none">sbagliato per tutta la vita e perdere così (almeno apparentemente) <br clear="none">credibilità.<br clear="none"><br clear="none">Ammettere i propri errori è semplicissimo quando si sa di aver <br clear="none">sbagliato. È molto più dura scoprire di aver sbagliato quando si era <br clear="none">convinti di essere nel giusto. E per non rischiare, si preferisce <br clear="none">lasciar perdere il discorso ed arroccarsi su posizioni ottuse tipo "la <br clear="none">natura ci ha fatti solo maschi e femmine". Tutto questo però non ha <br clear="none">nulla a che vedere con la lingua. Io posso condividere la posizione di <br clear="none">Valentino, combattere assieme e lui la sua battaglia per amore <br clear="none">dell'umanità nella speranza che un giorno sia migliore di quello che è <br clear="none">oggi, ma, al contempo, non essere d'accordo sull'abuso della lingua <br clear="none">italiana per ottenere quel risultato, perché penso che sia <br clear="none">controproducente, non perché io abbia qualcosa contro gli omosessuali e <br clear="none">tutte le altre identità di genere.<br clear="none"><br clear="none">> Ma non aggiungerei altro, non sono nemmeno cristiana.<br clear="none"><br clear="none">... che c'entra? Ho quasi paura della risposta...<br clear="none"><br clear="none">Per il resto concordo con Valter sul fatto che non è la desinenza a fare <br clear="none">la competenza (ma se la desinenza giusta esiste, usiamola). Concordo sul <br clear="none">fatto che non è la forma grammaticale utilizzata a determinare il <br clear="none">rispetto per una persona, quando questa forma grammaticale sia quella <br clear="none">corretta per la lingua in uso.<br clear="none"><br clear="none">Non concordo con Valter sul fatto che "sindaca", "medica", ecc... siano <br clear="none">da evitare, in quanto sono termini grammaticalmente corretti in italiano <br clear="none">e quindi andrebbero usati ogni volta che ci si riferisce ad una donna.<br clear="none"><br clear="none">Non concordo sull'ultima frase di Valter: "Se fossi una donna, credo, <br clear="none">che la penserei nello stesso modo". Come sappiamo tutti... le donne non <br clear="none">pensano! :D<div class="ydp4dba49ccyqt6534376134" id="ydp4dba49ccyqtfd52032"><br clear="none"><br clear="none">-- <br clear="none">SLiP mailing list<br clear="none"><a shape="rect" href="mailto:SLiP@liszt.softwareliberopinerolo.org" rel="nofollow" target="_blank">SLiP@liszt.softwareliberopinerolo.org</a><br clear="none"><a shape="rect" href="https://liszt.softwareliberopinerolo.org/listinfo/slip" rel="nofollow" target="_blank">https://liszt.softwareliberopinerolo.org/listinfo/slip</a></div></div></div>
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